Si può affidare Torino all’accoppiata Salvini/Meloni? Ovviamente no. Poco importa se il candidato del centrodestra si chiami Damilano, se sia un civico, se il ruolo dei partiti dopo una eventuale vittoria sarebbe marginale per evidenti carenze umane. Nelle prossime settimane la campagna elettorale del centrosinistra, sostenuta dai media di servizio, eviterà accuratamente di confrontarsi sui programmi e punterà sulla demonizzazione del candidato cattivo, fasssista e razzista.

D’altronde diventerebbe difficile conquistare il consenso delle periferie andando ad attaccare un candidato che chiede più sicurezza e meno spaccio di droga. Sarebbe difficile contrastare, con successo, una proposta per metter fine alle incursioni di bande di giovani criminali (immigrati di seconda generazione) nelle aree del centro per aggredire e rapinare coetanei isolati.
Sarebbe difficile far perdere voti a Damilano contestandolo per una eventuale proposta di rendere più fluido il traffico dopo i disastri creati da Lapietra.

Sarebbe difficile criticare la politica culturale del centrodestra, dal momento che manca completamente una proposta e la Regione ha continuato a finanziare le iniziative del centrosinistra.
Dunque occorrerà continuare ad insistere sulla criminalizzazione dei leader nazionali, ignorando il più possibile la situazione locale. Approfittando, come sempre, dello schieramento di quasi tutti gli organi di disinformazione subalpini. Ed approfittando della scelta della squadra del candidato di centrodestra di non creare una rete di informazione alternativa.