Panetteria, di quelle eleganti e con ottimi prodotti. “Signorina, voglio un quarto di quella grande pagnotta”.
“Certo signora. Ne abbiamo un quarto appena tagliato. Le va bene?”
“No. Quello non è un quarto, mi tagli la pagnotta”.
“La signora ha ragione – interviene un anziano semi elegante ed interamente rompiscatole – quel pezzo sarà un ottavo. E poi non si preoccupi. Un quarto di quella tagliata per la signora la prendo io”.
La commessa esegue. Serve la signora che, nel frattempo ordina altri tipi di pane. Una seconda commessa si rivolge al signore: “Allora le metto l’altro quarto?”. “Assolutamente no! Per la signora ha tagliato il pane longitudinalmente, io lo voglio tagliato nell’altro senso”.
Intanto la signora si fa disporre i vari tipi di pane in sacchetti diversi, abbinandoli secondo criteri noti solo a lei e che mandano in confusione la commessa. “Ed ora mi pesa anche il primo pezzo di pane che mi aveva proposto!”, ordina decisa. “Ah, vuole anche questo?”. “No, non lo voglio comprare, voglio solo dimostrarle che avevo ragione io”. La commessa ubbidisce: 3 etti e mezzo contro i 4 etti del pezzo acquistato. “Vede che non era un quarto? Avevo ragione, ovviamente”. Ed ottiene l’approvazione del signore: “Lo avevo detto che era un ottavo”. E pazienza se i conti non tornano. Hanno ragione e basta.
Lei, la ragazza dall’altra parte del bancone prova a far notare che il peso di un quarto di pagnotta dipende dalla grandezza complessiva della pagnotta. Ma la strana coppia non la considera. Anzi, la signora, rivolta al signore ma a voce alta affinché la commessa senta bene: “E mi sono trattenuta perché sono una signora. Ma al ristorante i miei amici devono darmi i calci sotto al tavolo per impedirmi di spiegare ai camerieri ed ai cuochi come si deve cucinare e servire a tavola. Io so di aver sempre ragione e non tollero il pressappochismo”.
Quando negozianti, ristoratori, baristi si lamentano per la mancanza di personale, oltre agli aspetti di retribuzione ed orario dovrebbero anche mettere in conto lo stress nell’avere a che fare con clienti di questo tipo. Non proprio affabili. Maleducati, saccenti, arroganti, presuntuosi. Non è vero che “il cliente ha sempre ragione” solo perché paga. Come non è vero che ha sempre ragione l’imprenditore. La buona educazione ed il rispetto non si barattano con il prezzo di una pagnotta o con un salario magari da fame. E se il cameriere si vendica sputando nel piatto da portare al cliente scorretto, il dipendente sfruttato ridurrà al minimo la qualità del proprio lavoro.
Dopodiché sfruttatori e maleducati si ritroveranno ad una festa privata a parlar mare di questi giovani che non han più voglia di far sacrifici e di lavorare..