Mariano Allocco ha più volte sottolineato l’acuirsi del conflitto non solo tra monte e piano ma anche e soprattutto tra città e contado. A forza di insistere se ne sono accorti persino i media italiani di servizio.
Ma se ne sono accorti per ciò che riguarda gli Usa e in relazione al virus, con le città (guidate dai democratici) più colpite rispetto alle aree rurali (repubblicane). Invece il problema è globale, più accentuato in Europa, ancor più in Italia.
E la Fase 2 accrescerà il confronto, se non lo scontro. Le indicazioni dei comitati di sedicenti esperti dimostrano solo che esperti non sono e che vivono nell’irrealtà. Dal 4 maggio, dunque, si proverà ad uscire dalle galere pseudo sanitarie per tornare a lavorare. Ma senza affollare i mezzi pubblici, ça va sans dire. Nessuno viaggerà in piedi e i posti a sedere saranno dimezzati per evitare la vicinanza. È evidente che gli esperti ignorano l’esistenza dei pendolari e non hanno mai visto le condizioni in cui viaggiano sui pullman o sui treni. Allora tutti in auto, con aumento insostenibile dei costi, dell’inquinamento, del caos sulle strade. Evitando di conteggiare i morti per incidenti stradali perché in Italia si può morire solo di coronavirus.
E gli uffici? Cancellare il coworking, cancellare gli open space, cancellare quelli con più persone in stanze di piccole dimensioni. In altri termini? O si ignoreranno le disposizioni degli incapaci o si cancellerà il lavoro.
In ogni caso si tratta di reazioni immediate rispetto ad una emergenza destinata, probabilmente, a proseguire nel tempo.
Qui, allora, entra in gioco la capacità di inventiva del “contado”. Che, strutturalmente, offre condizioni migliori e maggiori opportunità. Più spazio per chi ci vive e lavora, più boschi e prati, aria più pulita. Spostare alcune attività nel contado, che si tratti di pianura o di montagna, significa ridurre il pendolarismo, offrire lavoro a chi vive ora in aree considerate marginali, ridurre la pressione abitativa nelle città.
Però serve coraggio, da parte degli amministratori e degli imprenditori. Servono idee, fantasia, voglia di innovare. Capacità di credere nel futuro invece di rimirare il proprio ombelico rimpiangendo il passato. Significa valorizzare le migliori risorse che si riuscirà ad attirare invece di protestare perché “vogliono comandare a casa nostra”. Se si ha paura di attirare intelligenze, si può continuare ad importare braccia da sfruttare per poi chiedersi perché non si cresce più.
Deve però essere chiaro che non si può più procrastinare, perdere tempo in discussioni inutili. L’opportunità è qui e adesso.