Ci si avvia verso i 100 giorni di governo di Stefano Lo Russo come sindaco di Torino. La classica luna di miele concessa ai neo eletti volge al termine ma i primi interventi stentano ad avviarsi. Anche i buoni proponimenti per il 2022 sono di una modestia quasi imbarazzante. Ordinaria amministrazione se proprio va bene. Eppure, anche senza voli pindarici, si potrebbero mettere in campo iniziative in grado di dare un segnale di ottimismo alla città.
L’hub vaccinale dell’Arsenale della Pace, con accesso dal Cortile del Maglio, ha evidenziato lo squallore di un’area che, potenzialmente, potrebbe rappresentare un’attrattiva non solo per i turisti ma anche per i torinesi. La zona intorno è pittoresca, con una alternanza di vecchie case ricche di fascino ed orrende costruzioni Anni 60 (Dio stramaledica chi ha rovinato Torino con queste brutture in centro ed in periferia). Ma non si può condannare un borgo a vivere esclusivamente del mercato e delle bancarelle settimanali.
Andrebbe valorizzato, recuperato, persino consegnato alla movida invece di lasciarlo al progressivo degrado ed alla delinquenza.
Troppo difficile, a Torino. I motivi sono noti ma bisogna evitare di raccontarli dopo le minacce di un magistrato che considera le critiche come vilipendio alla giustizia italiana.
Però, almeno, si potrebbe intervenire nel Cortile del Maglio. Uno dei luoghi più tristi e grigi di Torino. A partire dai colori, dagli arredi dei locali posti intorno al cortile. Il colore, questo sconosciuto. La fantasia, un nemico da evitare con cura. Un Cortile circondato da uffici e negozi perfettamente in linea con i palazzi Anni 60. Anche se la struttura, antica, meriterebbe molto di più e molto di meglio.
Non servono grandi finanziamenti. Serve solo un briciolo di fantasia ed un pochino di buon gusto. Poi, con calma, si potrà persino pensare di ripulire le strade intorno. Ma senza esagerare con i sogni. Per il momento possono bastare due fiori ed una spruzzata di colori vivaci.