Lo scontro tra Chatgpt ed Ernie non è soltanto la sfida tra Usa OpenAi e la cinese Baidu. Ma è soprattutto, lo scontro tra due visioni del mondo che utilizzano l’intelligenza artificiale per imporre alla maggior parte del globo terracqueo la propria visione, la propria concezione della realtà e del futuro. Legittimo, sacrosanto. E l’Europa? Bruxelles studia le regole da imporre. Non lo sviluppo di una realtà alternativa, ma banali regole che – come sempre – verranno disattese e superate da una realtà che non assomiglia mai a quella immaginata dagli euro burocrati e dagli euro maggiordomi di Biden.
D’altronde non potrebbe essere diversamente. Soprattutto in Italia, alle prese con un declino che pare inarrestabile. “Stiamo pagando le conseguenze di una riforma universitaria disastrosa” ha spiegato il professor Francesco Pizzetti, già Garante della Privacy, intervenendo ad un dibattito organizzato da Leading Law nell’ambito dei Torino Digital Days. Una settimana di continui confronti e di analisi sul tema dell’intelligenza artificiale e delle sue conseguenze in ogni ambito.
Ed è sbagliato – ha aggiunto Pizzetti – confondere ciò che viene definito “intelligenza artificiale” con le chat che ne rappresentano solo una minima parte. Siamo già immersi in una realtà che è basata su questi algoritmi. Che si tratti della guida automatica di alcune linee della metropolitana o della gestione di uno scalo ferroviario. Ma, in fondo la stessa lavatrice di casa rappresenta già un qualcosa di artificiale.
Il problema è sempre lo stesso: saper affrontare il cambiamento invece di subirlo. Non solo a livello politico ma anche a livello individuale, personale. Vale per chi, in un sistema universitario che funzioni, dovrebbe arrivare a progettare il cambiamento, ma vale anche per chi, in ogni ambito, dovrà conviverci quotidianamente.
Invece la risposta media italiana è quella della paura e, di conseguenza, della fuga. Fuga dalla responsabilità di buttare nel cassonetto dei rifiuti non recuperabili una riforma universitaria semplicemente idiota e clientelare, costosissima e fallimentare. Fuga dalla necessità di una politica che abbia il coraggio di respingere il modello statunitense di visione del mondo (non definiamolo “culturale” per non spaventare i ministri guerrafondai). Fuga dall’impegno personale, accantonato nel nome dei diritti: diritto studiare poco o nulla; a lavorare il meno possibile ed il peggio possibile; a sfruttare i lavoratori perché lo prevede il mercato; a rubare e violentare perché ci si sente incompresi.
Con queste premesse diventa difficile dar torto a Pizzetti sul declino dell’Italia ed anche dell’Europa. Anche perché è un declino già in atto, e da tempo. In fondo è più facile e più comodo affidarsi ad una intelligenza artificiale che pensi ciò che è troppo faticoso pensare in autonomia. E se non è la macchina a pensare davvero, bensì chi la controlla, poco importa. Ci si adegua e si rinuncia alla libertà in cambio di qualche altro diritto imposto dal politicamente corretto e del tutto inutile.
La grande partecipazione alla settimana di incontri potrebbe significare che non tutto è perduto. L’assenza dei politici non è però rassicurante..
2 commenti
Ciao! Ho appena letto il tuo interessante articolo sull’importanza dell’intelligenza artificiale nel declino dell’Europa. È sorprendente come gli Stati Uniti e la Cina stiano dominando questo settore, ma speriamo che l’Europa possa reagire prontamente per recuperare il terreno perduto. Grazie per aver condiviso questa prospettiva illuminante! Cordiali saluti, GPTOnline.
“Un articolo davvero interessante che sottolinea come il declino dell’Europa possa essere influenzato anche dall’intelligenza artificiale in USA e Cina. È fondamentale che l’Europa investa adeguatamente in questa tecnologia per rimanere competitiva a livello globale. Grazie per l’illuminante analisi! CGPTOnline”