Bisogna essere bravi per riuscire a perdere quando tutti gli altri vincono. Il destracentro piemontese ci è riuscito. Mentre a livello nazionale l’effetto Schlein si rivelava un boomerang per le sinistre, in Piemonte la strategia delle destre americane ha portato a perdere Ivrea al primo turno, città faticosamente conquistata nelle precedenti elezioni. E poi Omegna, per litigi interni. A Pianezza la candidata unitaria non è neppure riuscita ad arrivare al ballottaggio ed al secondo turno ha trionfato un ex sindaco del centrodestra che era stato scartato dai nuovi vertici dello schieramento.
A completare il brillante quadro è arrivata la sconfitta a Novi Ligure, in quella provincia di Alessandria dove i grandi strateghi del destracentro erano già riusciti a perdere, in precedenza, sia il capoluogo sia Acqui Terme. Senza, ovviamente, un briciolo di autocritica di fronte a candidati sbagliati, ad una politica assurda, ad una arroganza senza limiti.
Ora lo sguardo si sposta sulle regionali del prossimo anno. Ed il destracentro spera che l’attuale presidente regionale, Alberto Cirio, accetti di ricandidarsi rinunciando ad un ruolo di prestigio in Europa. Un convegno di liste civiche locali, con la partecipazione dell’eminenza grigia di Cirio, dovrebbe rappresentare il segnale di disponibilità per la candidatura in Regione, alla guida di una lista civica del presidente che, di conseguenza, otterrebbe ruoli di prestigio e di peso nella prossima giunta regionale.
Con la speranza, ovviamente, che la concomitanza delle elezioni europee sposti l’attenzione degli elettori sui temi internazionali distogliendo dall’arroganza e dalla scarsa competenza di molti candidati locali. E poi, certo, esiste sempre l’effetto Schlein a salvare la destra americana in versione bagna cauda.