Luna piena. Luna magica. Inquietante. Soprattutto in questi giorni, o meglio notti. Dodici, dalla vigilia di Ognissanti a San Martino. Che segnavano, in antico, il passaggio dalla stagione fruttifera a quella sterile. Al gelo, in cui la natura riposa, in attesa del risveglio. Sorta di Capodanno, presso le genti celtiche che trasfusero il sangue della loro cultura, le leggende, il senso del magico, nelle vene di ciò che chiamiamo Europa. Per poi svanire, di fatto, se non per poche enclaves isolate. Sparire, forse, nel segreto regno dei Sidh….
Perché i popoli celtici sono quasi spariti. Stretti nella morsa ferrea dei latini da un lato, dei germani dall’altro. Le legioni di Roma che portavano il diritto e il senso dello Stato. L’ordine chiuso dei Sassoni con le scuri che battevano, cupe, gli scudi. I celti combattevano in altro modo, come ci racconta Cesare. Erano come folate di vento tempestoso. Furente e improvviso. Ma, come il vento, si infransero sulle compatte mura di scudi.
Il loro non era uno spirito militare. Eroico, piuttosto. E arcaico. Cuchullin è simile ad Achille. Non ad uno stratega romano.
Dei celti, o meglio delle loro lingue e culture, sono rimaste sparse isole. L’Irlanda, certo. Dove, tuttavia, i più sono ormai anglofoni. E lo spirito originario si è annacquato. Nonostante Yeats e il Rinascimento gaelico. Le Highlands scozzesi. La Bretagna. Scomparso ormai il Cornico. E così tutte le altre parlate celtiche che avevano, un tempo, risuonato per l’Europa… sino in Asia Minore, con la discesa dei Galati, ricordati nel gruppo marmoreo di Pergamo… Senza dimenticare la nostra Pianura Padana. La Gallia Cisalpina dei Romani….
Scomparsi, o per lo meno emarginati, dalla scena storica, i popoli celtici hanno, però, trasfuso nelle vene dell’Europa il loro spirito. Il loro immaginario magico e incantato. La leggenda di Artù, di Merlino. ..Parsifal… La Cerca del Santo Graal. Uno dei modelli della stessa Commedia di Dante.
E poi, il senso della fiaba. Del magico. Del meraviglioso. La fate e le streghe. Che ritornano ancora nelle figure incantate di Donne dipinte da Dante Gabriel Rossetti. E, sopratutto, da Waterhouse.
E poi folletti, gnomi, leprecauni, elfi… Il piccolo popolo delle leggende del Sidh. Rievocato ancora da Tolkien…
E, soprattutto, la magia dell’anima celtica affiora in giorni, anzi notti come queste. Nello scorrere delle Lune da Ognissanti a San Martino. In questo snodo dell’anno in cui le Grandi Porte che separano i mondi si aprono. E gli Spiriti antichi tornano fra noi. Inquieti visitatori. Inquieti e, temo, perplessi di fronte allo squallore dello spettacolo che offre il nostro mondo. Nè potrebbe essere altrimenti… Loro appartengono al sogno, al mito eroico, alla magia. Non a questa triste quotidianità…