I romani lo conoscono bene. E lo stramaledicono. Sopratutto quelli che, costretti quotidianamente a passare di lì, si devono godere ingorghi di traffico e code senza speranza.
Muro torto. Nome che deriva dai resti, forse di una antica villa, che pendono, storti, appunto, e minacciosi, tra le Mura Aureliane, proprio nei pressi del Gianicolo. E sembra che debba cadere da un momento all’altro, quel Muro. E invece se ne sta lì, tutto storto, sfidando le leggi della statica, da un paio di migliaia di anni…
È un luogo maledetto. E non solo per le imprecazioni dei tanti autisti che vi restano diuturnamente ingolfati. È maledetto secondo antica tradizione. Perché luogo popolato di fantasmi. Fantasmi inquieti, che non trovano pace. Morti di morte violenta. E gettati lì, in terra sconsacrata. Condannati a morte che avevano lasciato la testa sul patibolo. Dicono che, in certe notti, si possano vedere le ombre di Targhini e Montanari. Gli ultimi due che il Papa Re ha affidato alle amorose cure di Mastro Titta. Due carbonari, un medico e un cuoco (forse) sulla vicenda dei quali Luigi Magni ha costruito “Nell’anno del Signore”. Bel film, ma assai poco rispettoso dei fatti storici. Che invece ci narra, con asciutta precisione, Mastro Titta, il boia, nelle sue memorie. Perché in fondo i due se l’erano cercata. Tentando d’accoppare a pugnalate un loro affiliato, sospettato di tradimento. Non vi riuscirono, e furono beccati dai gendarmi. Così a Piazza de Popolo, dove si eseguivano le sentenze, fu festa grande. Mica capitava tanto spesso, ormai, una pubblica esecuzione…
Comunque furono sepolti lì. Al Muro Torto. Dove non sembra, però, riposino davvero. Visto che nottetempo si agitano insieme ai fantasmi di altri condannati, dei suicidi e delle prostitute. Ovvero, come si dice a Roma, delle mignotte. Un latinismo, da “mater ignota”… E questo, sinceramente, non lo capisco. Perché gli assassini non pentiti e i suicidi, certo, erano dannati per la dottrina cattolica. Come ci mostra Dante. Ma le mignotte? Che male facevano? In fondo assolvevano ad una funzione sociale… E poi, come nota Leopardi in una lettera, Roma era, allora, città di preti e prostitute. E si chiede, con candida ironia, chi mai potessero essere i clienti delle donne in questione…
Comunque, a Muro Torto, ci starebbe, secondo certe voci popolari, anche qualcun altro. Di importante. Di famoso, anzi. Perché si dice che proprio lì sia stato sepolto il cadavere di Nerone.
Già, proprio lui. L’imperatore matto per eccellenza. E crudele. Romanzi d’appendice e filmoni americani ne hanno fatto una sorta di mostro. Se non addirittura di Anticristo.
Sulla scorta di quello che ci raccontano gli storici latini, certo. Ma questi, va ricordato, tutti aristocratici e di parte senatoria erano. Compreso Tacito. E si sa che Nerone con il patriziato si prendeva poco.
È stato infatti l’Imperator meno bellicoso della storia di Roma. Non fece guerre, se non quelle, come contro i Parti, cui fu costretto. Gli piacevano i giochi. Amava gli spettacoli, la musica… La poesia soprattutto. Le donne…
Era un eccentrico, certo. E un anomalo nel ruolo. Un po’ come oggi Trump alla Casa Bianca. Per inciso, il Presidente americano che, ad oggi, ha scatenato meno conflitti. Eppure, anche di lui si dice che è un cattivo. Un pazzo…
Strane analogie.
Certo, Nerone ha fatto martirizzare un po’ di Cristiani. Ma che volete… La Suburra, il fetido centro dell’Urbe, era andata a fuoco. E davano, com’è noto, la colpa a lui. Un capro espiatorio lo doveva pur trovare. E ‘sti cristiani erano gente strana…
Poi, però, lui la città l’aveva ricostruita. E bene. Le sue Insulae sono un esempio di urbanistica e edilizia popolare da cui gli attuali amministratori della Capitale avrebbero parecchio da imparare… E i commerci prosperavano, come le aziende artigiane. I teatri e le taverne erano affollati. La cultura romana conobbe una stagione felice…
È sera, ed è il momento delle domande oziose. Questa è abbastanza ovvia… Diciamo solo che, in queste notti popolate di fantasmi, mi piacerebbe incontrare quello di Nerone. Dalle parti di Muro Torto. Credo che ci faremmo due risate, parlando dei tirannelli che stanno, oggi, distruggendo, la sua Città…