Il diavolo zoppo, quello che si aggira sui tetti delle nostre città sbirciando – come nel racconto di de Guevara – cosa avviene nel segreto privato delle dimore degli uomini, deve, in questo periodo, sentirsi alquanto… perplesso.
Per forza…. lui è un diavolo barocco, e di pestilenze ne ha viste ben altre di questa. Pesti brutte davvero, che mettevano le città in ginocchio, ne sterminavano la popolazione, scatenavano rivolte e portavano a sommari linciaggi di presunti untori. O anche di potenti, accusati di non fare abbastanza, anzi di essere addirittura conniventi con il morbo…
Insomma, scenari ben diversi. A tinte forti. Come quadri di un Caravaggio o, meglio ancora, di un Goya…
E qui ci si deve raccappezzare ben poco. Perché, certo, lui, in tutto sto baillame, la coda ce la deve aver messa. Ma il grosso, siamo sinceri, l’abbiamo fatto noi. Noi uomini, noi italiani soprattutto…
E il diavolo zoppo, quindi, è alquanto perplesso.
Dunque. Se ne va in giro e vede tutti mascherati come a Carnevale. Però con maschere ben strane. Anonime. Nel senso che, gira che ti rigira, sembrano tutte uguali. Uniformi. E sono maschere che non solo non fanno ridere. Ma neppure incutono paura. Anzi… rivelano la paura di chi le porta. Perché, più o meno, sono mascherine ospedaliere. Ancorché prodotte a tre bracci un franco – come si usa dire – da una premiata ditta che un tempo faceva automobili…
Ora, le persone che le portano, talune addirittura due o tre sovrapposte, e che criminalizzano ed ingiuriano chiunque anche solo osi abbassarla per fumare una sigaretta, hanno un’unica, gigantesca paura… Prendersi il, più o meno fantomatico, virus ed ammalarsi. E quindi finire in ospedale, fra dottori e infermieri mascherinati, magari intubati…. quasi sicuramente condannati o ammazzati. Almeno nei loro deliri… E tu ti metti addosso qualcosa che temi? Che ti terrorizza? Mah… Anche il diavolo zoppo, con tutto il suo acume e la sua conoscenza delle umane debolezze, stenta a capire… Poi, quando vede persone che, per salutarsi, strofinano i gomiti… forse viene anche a lui in mente un famoso film di Mel Brooks. O il Ballo del Qua Qua di Romina Power. All’epoca coniugata Carrisi…
Non parliamo, poi, del sesso. Da sempre arma potente e vincente nelle mani del nostro diavolo. Con il quale lui e i suoi compari sono riusciti a giocarsi l’anima di gente come Achille, Tristano, Cleopatra… Per tacere della sventurata Francesca e del piangente Paolo (Fonte, per chi non l’avesse riconosciuta, Dante, Inferno canto V, lussuriosi).
Però anche in questo ambito di sua stretta competenza mi sembra di indovinare la sua perplessità. Perché non assiste a grandi e distruttive passioni. Né ad orge scatenate. Più che altro vede persone che, nel chiuso segreto delle loro camerette, se ne stanno ore ed ore davanti ad un tablet, un computer, un qualche video insomma… Dediti a peccatucci da adolescenti brufolosi di acne. E invitati, anzi incitati a questo da medici e scienziati alla moda. Perché è… più sano. Non si rischia il contagio. Anche se, magari, un po’ di diottrie le si perde…
Ancora più perplesso, però, il nostro sicuramente resta davanti alle Chiese. E dovete capirlo. Lui viene dal ‘600, quando per vincere la pestilenza si organizzavano veglie di preghiera, processioni, ostensione di reliquie… E preti e cardinali, come il Borromeo, giravano per i lazzaretti, impartendo l’ unzione ai morenti. Ed ora che ti vede? Le chiese chiuse o, nella migliore delle ipotesi, con i posti contingentati e distanziati. I distributori di disinfettante al posto delle acquesantiere. E non parliamo poi del visitare gli infermi e consolare i morenti…
Insomma, da un certo punto di vista il nostro diavolo dovrebbe essere allegro e soddisfatto. Mai ha visto, in tutta l’eternità, un genere umano così ben disposto a dannarsi vita ed anima senza che questo gli costasse gran sforzo. E senza che praticamente nessuno, che so, un Santo, un esorcista si mettesse di traverso…
Però…
Però sono convinto che il diavolo zoppo tanto soddisfatto non è. In primo luogo perché l’essere appagato non appartiene alla sua natura inquieta. E poi perché lui, le anime è abituato a sudarsele. Mica a vedersele servire su un piatto d’argento.
Inoltre gli piacciono le sfide. E le anime grandi. Quelle che vanno nei gironi profondi del suo Inferno. Un Farinata. Un Capaneo. Un Ulisse…
Qui vede solo una folla che neppure il suo amico Caronte vorrà prendere a bordo. E che sarà destinata a correre per l’eternità nel vestibolo dell’antiinferno. Ad ingrossare a dismisura le già pletoriche file degli ignavi… Grandi numeri, certo. Ma ben poca soddisfazione anche per il Diavolo…