Gli odori, i profumi sono importanti. Da loro dipende la sensazione di piacere e dispiacere da cui comincia il processo con cui la ragione giudica le cose, gli accadimenti… financo le persone. Non da loro solo, certo. L’olfatto non è che uno dei sensi. E, in genere, non viene considerato il più importante. Perché, ovviamente, perdere la vista, o l’udito è considerata un’enorme sventura. Una disabilità – come si usa dire nel linguaggio politicamente corretto – fortemente invalidante. Mentre non riuscire più a percepire gli odori… beh, al massimo viene visto come un piccolo fastidio.
Eppure….
Eppure pensiamoci bene. E partiamo da un esempio facile facile. Il cibo. Si usa dire che non si mangia solo con la bocca, ma anche e ancor prima, con gli occhi. Ma l’olfatto, dove lo mettete? Possiamo essere in una stanza completamente buia. Dove non si può vedere un accidente. Ma il profumo di un arrosto o quello di un, saporoso, ragout, lo percepiamo. E molto prima di portare la forchetta alla bocca. Non a caso, la famosa acquolina, segno inconfondibile di desiderio ed appetito, comincia a formarsi sentendo gli effluvi che vengono dalle pietanze…
O prendiamo il profumo che promana dalla presenza di una bella Donna. E dalla sua assenza, pure. Ché un certo profumo – inconfondibile in quanto ogni essenza muta a contatto con una specifica pelle- talvolta rimane in un luogo ove ella è stata. Per poi allontanarsene. Come quando entri in un ascensore deserto. Eppure vi è un profumo, intenso ma non fastidioso. Un profumo che ti seduce. Ti induce a sognare. A immaginare, fantasticando, come doveva essere quella Donna. I suoi capelli, il suo corpo. Le sue labbra. La sua pelle sopratutto…
Ed è un’emozione. Perché con l’olfatto percepisci la bellezza.
Non a caso il Marino, nel suo Adone, mette l’olfatto subito dopo la vista nel descrivere il processo dell’innamoramento. Siamo nel Castello, o, come lui dice, nel Palagio, dell’Amore. E la seconda Torre Quadrata è proprio quella degli odori. Dei profumi…
E daje co’ sto ‘Marino… direbbe uno dei miei bori. Uno di quelli che, ora, sono costretto a vedere solo in video. In un’ icona sfocata, che stenta a ridarmi la loro allegra e, talvolta, esorbitante vivacità…
Eh sì… In fondo avrebbe ragione. È proprio una fissa. Ma che volete farci? Ci sono autori che ti tornano fuori per forza ogni qual volta parli, o anche solo accenni a certi temi… E Marino…. beh è quello che più e meglio di ogni altro ha affrontato il tema dei sensi come porte aperte su altri mondi. Immaginali e incantati.
E ne parla in oltre 40.000 versi… C’è n’è da pescare, citare, copiare…
Comunque, torniamo al dunque, come si suol dire…
I profumi, gli odori sono strumenti, come dicevo, per conoscere. Al di là, anzi molto oltre l’apparenza delle cose…
Rivelano l’essenza, proprio perché loro stessi sono, in fondo, essenze. E qui vi risparmio l’ennesima digressione sul (piccolo) capolavoro di Süskind…
Prendiamo… lo zolfo. Sì, lo so, più che profumo lo si potrebbe definire un odoraccio. Un puzzo… E infatti, secondo tradizione, rivela la presenza del Diavolo.
Perché il Nostro ha capacità incredibili di Metamorfosi. Può assumere l’aspetto che vuole. Un uomo dal volto bonario e gentile, come il Drago Gerione dantesco. Che maschera il suo vero essere. Ovvero il Demone dell’usura. Per dirla con Pound il sistema bancario internazionale…
Comunque il diavolo può assumere tutti gli aspetti che vuole. Ma non può, a quanto sembra, mutare il suo odore. Quel puzzo di zolfo che sempre lo accompagna.
Siete mai stati alla Solfatara di Pozzuoli? Luogo inquietante. Un paesaggio lunare. O, se si preferisce, infernale. Tant’è che, secondo alcune letture, lì era l’ingresso degli Inferi omerici. Ove Ulisse si reca a compiere il rito di necromanzia per evocare l’ombra di Tiresia, l’indovino tebano. Seguendo le istruzioni di Circe…
Beh, se vi siete stati, il ricordo più intenso non può che essere quello olfattivo. Quel puzzo invadente e pervadente dei fumi di zolfo.
Lo stesso che, appunto, rivela la presenza del Diavolo. E dei suoi inganni…
Ora, però, il Nostro ha un notevole vantaggio. Un tempo doveva apparire di persona. E quindi l’odore si sentiva.. Oggi, utilizzando i Media, l’olfatto viene estromesso. Annullato. Immagini. Suoni. Parole. Ma niente odori. Quindi niente puzzo di zolfo percepibile intorno a certi personaggi che ci ossessionano via etere. Personaggi che, in parte, sembrano sbucare dal nulla, con sorrisetti stereotipati sul volto. E che ci promettono la rava e la fava. Col bastone de virus, e la carota del vaccino…
Già, il virus. Il multiforme, mutevole, inafferrabile, temuto Covid… Dicono che uno dei sintomi sia la perdita dell’olfatto…. Interessante….