In molti conoscono l’Asino di Buridano, che morì di fame per non aver saputo scegliere tra due mucchi di fieno che stavano di fronte a lui. Pietrangelo Buttafuoco racconta dell’Asino di Assoro, a cui il padrone ridusse poco per volta le razioni di cibo sino a quando, inevitabilmente, l’animale morì di fame dopo aver imparato il digiuno totale. Gli asini di questo apologo sono i popoli ai quali il potere sta insegnando a privarsi, poco per volta, di ogni libertà.

In nome della paura di vivere, in nome di un contagio che solo in rari casi ha effetti mortali. “State a casa” è il nuovo ordine dei sedicenti esperti dell’Istituto superiore di sanità. Non proprio nuovo, come ordine. Identico a quello dello scorso anno. Non ci sono più le canzoncine idiote dai balconi, le bandiere tricolori o multicolori esposte sono diventate nere di smog (che fa tanto bene alla salute, a differenza dell’aria di mare o di montagna che è pericolosa e per questo il turismo tra regioni è ancora vietato).
Ma ora è questione di resistere poche settimane e poi, con il vaccino, tutto sarà risolto. Questo, però, lo avevano raccontato all’inizio di dicembre. Marzo si avvicina ed i vaccini no. Lo Spallanzani assicura che il vaccino russo Sputnik è sicuro almeno quanto quelli americani. Ma l’associazione del farmaco non lo approva. San Marino lo acquista e la Romagna teme esodi di massa verso la Repubblica del Titano. Perché agli esperti non interessa che gli asini italiani siano vaccinati, ma che lo siano con prodotti politicamente corretti. L’efficacia non è fondamentale. La rapidità di intervento diventa irrilevante, se il vaccino ha la bandiera russa.

Buttafuoco, però, non ne fa una ragione di salute, ma di libertà. L’asino muore di fame, ad Assoro. Gli italiani muoiono di paura e muoiono schiavi. Prima ancora di morire di fame. Perché tutte le grandi rivoluzioni e le riforme annunciate da Sua Divinità Draghi richiedono ingegno, creatività, coraggio. Richiedono libertà di pensiero, capacità di sognare. Mal si conciliano con i delatori da poggiolo, con i renitenti alla vanga, con i vigliacchi che hanno il terrore di vivere.
Vigliacchi di ogni età. Anziani che si illudono di campare 200 anni se evitano di respirare, ed hanno i polmoni marci per le sigarette e l’inquinamento, il fegato devastato dal vino cattivo. Ed i giovani che rinunciano all’amore, alle passioni, allo sport, agli amici, a costruirsi un futuro perché, per loro, esiste solo il presente di paura.
Uomini e donne che, ubbidienti alla parola dell’esperto di farfalle, affrontano ogni giorno tram ed autobus strapieni di altri asini ubbidienti per raggiungere il posto di lavoro. Dove la mandria starà raggruppata, dove respirerà la stessa aria viziata prima di riprendere i mezzi pubblici affollati per rientrare a casa e barricarsi. Perché gli esperti hanno detto che il virus sta in agguato al ristorante, ma solo la sera. Si annida nei teatri, si insinua nei cinema. E si scatena in una cena tra amici, a casa.

In fondo basta rinunciare a vivere, per non morire. Tutti lavoro e tomba. Si risparmia anche sui contraccettivi, non servono più. Si risparmia sulla scuola: non ci saranno più bambini. Si risparmia sull’abbigliamento: una tuta per casa ed un travestimento da asino per andare al lavoro.
1 commento
Perfettamente d’accordo. Hai notato che grazie al covid19 quest’anno non c’è stata l’influenza?