Eh certo, il disagio sociale. Eh sì, la solitudine giovanile. Senza dimenticare le difficoltà di integrazione per le grandi risorse e per i loro figli. Deve aver pensato a tutto questo la donna impegnata nelle pulizie alla stazione torinese di Porta Susa, alle 7 di mattina della domenica, quando si è trovata di fronte una parete imbrattata con una scritta lasciata da una grande risorsa (o da un appassionato di scrittura in caratteri esotici).
D’altronde lei era una donna bianca, italiana (facilmente intuibile dagli improperi di fronte al muro imbrattato in rosso), magari addirittura eterosessuale. Dunque priva di qualsiasi diritto. Per lei non si scomoda il sindaco o l’arcivescovo. Per lei, che non è una renitente alla vanga, che non rimane sdraiata sul divano in attesa del reddito di cittadinanza, non ci sono dichiarazioni di comprensione, di compatimento per una mansione in più da svolgere.
Lei, per lavorare, si alza la domenica mattina quando è ancora buio, quando gli spacciatori rientrano dopo aver finito il turno, quando i renitenti alla vanga tentano di smaltire i fumi dell’alcol o gli effetti delle sostanze acquistate con il denaro non guadagnato.
Ma per chi lavora onestamente, per guadagnare con fatica poco più di quanto incassa un nullafacente con reddito di cittadinanza, non esiste il rispetto. Poco importa se la scritta fosse una dichiarazione d’amore in vista di San Valentino, un messaggio tra spacciatori, uno slogan politico contro un governo lontano. La donna italiana ha dovuto abbandonare scopa e paletta per dedicarsi alla pulizia del muro.
Certo, non è un dramma. Ma non sarebbe un dramma neppure pretendere un briciolo di educazione dai renitenti alla vanga che, non avendo nulla da fare, si dedicano alle rapine, ai saccheggi, alle violenze. Ed anche ai vandalismi. Invece con i soldi delle tasse della donna delle pulizie si interverrà per offrire qualcosa in più ai teppisti. Perché sono loro a meritare interventi con denaro pubblico, non una donna che trascorre la domenica mattina a rimediare alla maleducazione altrui.