A volte anche i veri giornalisti come Michele De Feudis si fanno trascinare dall’entusiasmo giovanile. E si illudono che la tragedia della guerra abbia almeno l’effetto positivo di far scomparire virologi, gretini ed influencer. Non sarà così, purtroppo.
Certo, in questa fase i portasfiga sedicenti esperti di farfalle restano muti di fronte agli “intollerabili assembramenti” di profughi ucraini che osano fuggire senza indossare la mascherina d’ordinanza. Erroneamente convinti che le bombe siano più pericolose del virus. Ed i gretini tacciono mentre Sua Divinità Mario Draghi, loro beniamino, annuncia il ritorno all’utilizzo delle centrali a carbone ed il potenziamento dei rigassificatori che comportano una moltiplicazione del trasporto via mare, non proprio il massimo sotto l’aspetto della sostenibilità ambientale.
Ma il vero drammatico dilemma dell’intero Occidente, neo atlantisti in testa, riguarda i Ferragnez. Il prossimo outfit della influencer Spa prevederà uno spezzato giallo blu, in onore della bandiera di Kiev, o una tuta mimetica in segno di solidarietà verso i combattenti? Mimetica che, ovviamente, dovrebbe indossare Ferragni, sicuramente più credibile del lacrimoso Fedez in una eventuale versione da assalto. Ovviamente i neo atlantisti acquisteranno subito le mimetiche in versione Usa, con bandierina americana da ostentare. Perché limitarsi al giallo e blu non renderebbe l’idea del bacio alla pantofola dei padroni di Washington.
Di certo i Ferragnez Spa arricchiti sulla stupidità altrui non perderanno l’opportunità di trarre vantaggi economici dalla situazione. D’altronde in questa fase proprio Milano, dove si annida la coppia di influencer, sta diventando l’avamposto della più squallida disinformazione e della più vergognosa censura. Non bastava l’ignobile ricatto del sindaco Sala che pretendeva dal direttore d’orchestra russo della Scala una dichiarazione contro il proprio Paese e che, di fronte al dignitoso silenzio del direttore lo ha cacciato; non bastava che lo stesso ricatto sia stato imposto ad una cantante russa.
Ora è arrivata pure la decisione di una università milanese di cancellare un corso su Dostoevskij, noto putiniano ante litteram (e visto il livello culturale dell’università in questione, forse bisognerebbe anche tradurre l’espressione latina, ma non ne vale la pena per gente di così infimo livello). Di fronte alle proteste l’ateneo è stato costretto a rimangiarsi la puttanata, ma la qualità dei vertici universitari resta la medesima. E senza la dignità di dimettersi per manifesta imbecillità.
D’altronde anche il livello della disinformazione italiana è ormai precipitato al di sotto di ogni dignità. Con un ex grosso quotidiano (grande proprio no) che inserisce Paolo Villaggio tra gli attori della Corrazzata Potemkin, film che prenderebbe spunto da una strage avvenuta a Odessa durante la seconda guerra mondiale. Peccato che il film sia del 1925 (Villaggio era nato nel 1932) e sia riferito ad un episodio del 1905. Ma la propaganda se ne frega di piccoli particolari insignificanti.