Giorgio Napolitano e Alfie. Due vicende sanitarie molto diverse ma che hanno dato modo di verificare l’atteggiamento delle folle italiane. Da un lato coloro che, ormai, sono totalmente disgustati da ogni forma di potere, di autorità.
Nulla a che spartire con l’assalto all’autorità del 68 di cui ha scritto recentemente, su Electomag, Marco Cimmino. Non c’è una risata a seppellire il potere, ma la rabbia e la sfiducia, pienamente motivate.
Sul fronte opposto, tra chi è sempre pronto ad accusare gli altri di populismo e irrazionalità, prevale l’idea che chiunque abbia il potere ha automaticamente ragione. Sono gli eredi del Franza o Spagna purché se magna. Convinti che il padrone, qualsiasi padrone ma a maggior ragione se indossa una qualunque divisa, sia stato unto dal Signore, illuminato dallo spirito santo. Non importa se un presidente è onesto o è un cialtrone, va osannato perché ha un ruolo. Non importa se un magistrato è corretto o sbaglia non per caso: ha una toga e, dunque, la sua è comunque giustizia divina.
Vale anche per i medici. Se indossano un camice, hanno comunque ragione. Per questo, per l’omaggio cieco ed assoluto nei confronti di un potere rappresentato dal camice, l’Italia ha il record di falsi medici, di falsi dentisti. L’abito non farà il monaco ma fa il luminare della sanità.
Un retaggio malsano dell’ossequio feudale.
Non importa se la medicina l’hai studiata o se sei protetto da un barone. Hai ragione a prescindere. Oppure, per il campo avverso, hai torto comunque perché su Wikipedia i sintomi corrispondono ad una diagnosi diversa.
È vero che di questa situazione approfittano i peggiori. I baroni non sono stati sconfitti 50anni fa, si sono solo trasformati imbarcando i contestatori e promuovendoli a nuovi baroni, però più ignoranti. Sapendo di poter contare sulla cupio servendi tipica degli italiani e non da oggi ma da secoli.
Occorrerebbe un po’ di equilibrio. Anche da parte di chi detiene il potere o indossa una divisa, una toga, un camice, la divisa da arbitro o anche solo il vestito elegante da amministratore delegato.
Non è tollerabile scegliere un ministro dell’Istruzione come Fedeli, non sono tollerabili sentenze contrarie al buon senso, arbitraggi scandalosi, non è tollerabile il pensiero unico obbligatorio anche in campo sanitario.
La scienza ha ragione sino a prova contraria ma, troppo spesso, le prove contrarie vengono rifiutate perché mettono in discussione certezze di comodo.
Si sono persi decenni per interpretare scritture precolombiane perché il barone statunitense che pensava di aver trovato la soluzione si rifiutava di riconoscere di aver sbagliato e che l’interpretazione giusta era quella di una giovane ricercatrice straniera.