Al Lingotto, nei weekend del 19-20 e 26-27 marzo, è andato in scena il Festival dell’Oriente dopo due anni di assenza dovuti a ovvi motivi. Andiamo a scoprire di più sul Festival dell’Oriente a Torino.
Il Festival dell’Oriente
La mission dell’ente consiste nel far scoprire ai visitatori l’affascinante cultura orientale. Ovviamente, vi è un tentativo di andare in fondo, lontano dai classici cliché che piacciono tanto al mondo d’oggi. Quindi vi è un lungo percorso interessante, in cui si scoprono vecchie tradizioni per poi immergersi nelle semiosfere più moderne o di nicchia. Praticamente nessuno Stato è trascurato, come giusto che sia. Si occupano di qualsiasi fattispecie culturale. Definirla come una semplice fiera sarebbe riduttivo; si entra proprio a contatto con i vari Paesi.
Le statistiche al riguardo sono emblematiche: quasi due milioni di visitatori all’anno, mille espositori, più di un milione di follower e dodici città coinvolte. L’obiettivo è stato raggiunto, con il ritorno alla vita normale, guerre e pandemia permettendo, i dati dell’evento potranno solo crescere a dismisura.
Il Festival dell’Oriente a Torino
Dopo un paio di anni di stop dovuti all’emergenza Coronavirus, è tornato al Lingotto il Festival dedicato al continente asiatico. L’impatto è stato forte: una sorta di fulminea esplosione di colori, profumi (l’incenso è stato fin troppo invasivo, probabilmente per coprire gli odori dovuti alla gran mole di visitatori), suoni e rumori da ogni direzione. I clienti si sono sentiti un po’ spaesati, esattamente quel che succede quando si viaggia e si entra a contatto direttamente con luoghi sconosciuti. Vi sono stati molti visitatori italiani e non, le code sono state degli inevitabili problemi.
Le attività che si sono potute svolgere sono state parecchie e molto differenti tra loro: dal cibarsi di cibo locale ai prodotti per la salute e il benessere, dai massaggi rilassanti fino alle attività sportive come il Jujitsu, dalla scrittura dei propri nomi in varie lingue asiatiche fino ai capi d’abbigliamento folkloristici, dai tè fino alla creazione di vasi o prodotti specifici, dalle chiromanti agli sciamani, dai monaci di diverse nazioni ai giochi, dagli oggetti di collezione ai sopramobili, dagli ballerini di danza con il ventre agli spettacoli di Bollywood, dalle armi orientali ai profumi, dai corsi di origami alle pitture artistiche, fino agli stand italiani e tunisini per chi avesse avuto bisogno di uscire momentaneamente dalla sfera orientale.
Più aspetti sono stati apprezzati, in particolare i ristoranti, per via della quantità di cibi diversi e particolari, incluso le varie bancarelle dello street food. Inoltre, per chi è stato privo di fantasia e ha preferito nutrirsi o bere di prodotti maggiormente conosciuti, vi sono stati spazi per alimenti e spritz italiani.

In secondo luogo, ha avuto moltissimi riscontri positivi la sfera del benessere e della salute nel loro significato più generale. Si poteva provare vari tipi di massaggi, utili per rilassare i propri muscoli e la propria mente, anche se bisogna avere coraggio per farsi trattare davanti a tutta la folla. Oltre i vari Stand locali, nella balconata del primo piano erano presenti attività solo con queste finalità, il paradiso che chi ha voluto tranquillizzarsi.

Il Prossimo Festival
Per gli appassionati incalliti, a Forlì sono presenti attività simili per i prossimi due weekend. Ecco le informazioni più importanti, la biglietteria e la mappa dell’evento.
Se il mondo asiatico vi incuriosisce, leggetevi il pezzo sul Gothic Lolita!