I genitori che credono nell’utilità dei vecchi metodi correttivi nei confronti dei figli sono avvertiti.
Nei giorni scorsi, un ristoratore quarantenne di Cattolica, sulla riviera romagnola, è finito nei guai per aver dato una sberla al figlio quindicenne che aveva fumato uno spinello.
Tutto è nato da un normale controllo dei Carabinieri che in un parco pubblico della cittadina balneare hanno sorpreso il ragazzo mentre fumava hashish. Il ragazzo è stato portato in caserma per essere segnalato alla prefettura, così come prevede la legge, mentre il padre veniva avvertito e convocato per essere informato dell’accaduto.
Una volta sul posto, l’uomo è stato preso da un sacrosanto scatto d’ira e ha dato un ceffone al figlio.
Ma la cosa non è stata giudicata con benevolenza dai militari dell’Arma, che, codice alla mano, lo hanno denunciato seduta stante per aver abusato dei metodi di correzione.
Il padre, difeso dall’ avvocato Alessandro Totti, è ancora incredulo: «Il mio era uno schiaffo educativo. Non sono mai stato un padre violento, voglio solo che mio figlio stia lontano dai brutti giri e cresca con principi sani e onesti. Non gli ho fatto del male, il mio è stato un gesto impulsivo. Ero spaventato e deluso, voglio solo il bene dei miei figli», ha detto in un’ intervista al Resto del Carlino.
Una denuncia esagerata anche secondo l’ avvocato, che ha raccontato come il ristoratore sia un grande lavoratore, dedito al ristorante e alla famiglia.
Ma l’articolo 571 del codice penale parla chiaro: chiunque abusa dei mezzi di correzione o di disciplina ai danni di una persona sottoposta alla sua autorità, è punito con la reclusione fino a 6 mesi. In realtà il codice precisa che la punizione scatta se dal fatto deriva un pericolo. In passato, la Cassazione aveva stabilito che un ceffone dato a un figlio non è reato se non c’ è l’esplicita volontà di provocare danni fisici.
Tuttavia i precedenti non mancano.
Qualche anno fa un padre è stato condannato a un mese di carcere e a risarcire la moglie per avere dato uno schiaffo al figlio di sei anni.
Anche in Trentino un padre fu condannato per abuso di mezzi di correzione dopo aver schiaffeggiato il figlio che era tornato a casa con una brutta pagella. In quel caso, però, il ragazzo aveva riportato una ferita a un labbro e la mamma, strattonata dal coniuge, una contusione a una spalla. Raccolti i referti medici, i militari avevano denunciato l’ uomo.
Morale: se vostro figlio ne fa una delle sue, tenete le mani a posto. Il tempo del ceffone ai figli impartito nelle vecchie famiglie patriarcali è ormai roba d’altri tempi.