Il futuro dell’Africa è in Africa. Un titolo, dell’ultimo libro di Marco Valle pubblicato dal Giornale, ma soprattutto una indicazione politica ed economica incontrovertibile. Perché, contrariamente a quanto sostengono i banchieri del Vaticano e gli affaristi immigrazionisti, il futuro non può e non deve essere in Europa. Dovrebbe essere “con” l’Europa, se solo quest’ultima iniziasse ad esistere. Ed invece rischia di essere “con” la Cina. E non solo.

Se n’è discusso in un interessante incontro virtuale organizzato dall’Arsenale delle idee che, ancora una volta, ha dimostrato che a destra le idee esistono e che sono spesso molto diverse rispetto alle banalità espresse dai partiti che a destra si collocano. Alfredo Mantica, Clemente Ultimo e lo stesso Valle hanno raccontato la realtà e le prospettive di un Continente molto diverso da come viene abitualmente descritto dai corifei del politicamente corretto interessati solo ad importare schiavi da offrire a chi non sa fare impresa senza sfruttamento.

Afriche, più che Africa. Perché innumerevoli sono i modelli ed i livelli di sviluppo. Paesi estremamente ricchi, come la Nigeria, ma con decine di milioni di persone che vivono al di sotto della soglia di povertà. Paesi come il Ghana impegnati in una sacrosanta campagna mediatica internazionale per far tornare in patria i connazionali emigrati. Perché ogni cervello che fugge compie un crimine nei confronti della propria gente, assottigliando la classe dirigente. Su questo fronte l’Italia è totalmente innocente perché attira solo braccia: ingegneri, medici, informatici, letterati scelgono Paesi dove il merito è riconosciuto e premiato, non quelli dove servono solo schiavi per raccogliere pomodori.
Afriche sconosciute, molto più avanzate dell’Italia sotto l’aspetto dei collegamenti in rete. Ma che abbisognano di ingenti investimenti per dotarsi di reti di collegamento fisiche che mettano in comunicazione i Paesi del Continente Nero e che non siano rivolte solo verso l’esterno. Gli investimenti in cui si è tuffata Pechino. Nuova colonizzatrice dell’Africa dove, in prospettiva, trasferirà decine di milioni di cinesi in esubero con la modernizzazione dell’agricoltura. La Cina investe, crea porti, aeroporti, strade, ferrovie. E insedia scuole e centri culturali, gestisce emittenti televisive. Ma nelle Afriche è tornata anche la Russia, non solo per vendere armi. E si espande la Turchia mentre anche l’Arabia e gli Emirati non fanno mancare la propria presenza.

Manca l’Europa. Con una vergognosa, vigliacca ed assurda assenza dell’Italia. Resta solo la Francia. Che mantiene non solo una presenza militare ma anche una rete culturale. Supporti entrambi fondamentali per una presenza politica ed economica, per tutelare investimenti ed imprese francesi. L’Italia aveva uno storico istituto scolastico ad Asmara, dalle elementari al liceo. Poi è arrivata Azzolina ed i soldi sono stati sprecati per i banchi a rotelle ma non sono più stati investiti in Eritrea. Forse lei e Giggino non erano riusciti a scoprire dove fosse questa Eritrea.