Per Torino è l’ora della svolta, del cambiamento epocale. Non un semplice voto amministrativo ma una vera e propria rivoluzione. Le primarie del Pd, infatti, hanno portato la novità a lungo attesa. Un mega investimento per il rilancio della manifattura? Un grande centro per l’innovazione? Un piano strategico per far diventare la città una perla mondiale del turismo e della cultura? No, troppo semplice. È arrivata la rivoluzione dell’asterisco!

Uno dei candidati per le primarie piddine ha infatti iniziato ad affiggere manifesti con l’asterisco al posto delle lettere sessiste e maschiliste. Va bene che i nomi di città sono femminili anche se hanno la “o” al termine della parola, ma per non urtare la sensibilità di qualcun* è meglio abituarsi a scrivere Torin*. Così si evitano lungaggini politicamente corrette quali “qualcuno e qualcuna”, Torino e Torina, candidato e candidata. No, per i candidati delle primarie non ci sono problemi poiché i fissati con le quote rosa si sono dimenticati di presentare almeno una donna. Anche solo per far scena.
Così uno dei candidati ha puntato sull’asterisco per dimostrare quanto è avanti. Non sul programma per trasformare la città, perché a presentare quattro idee raffazzonate sono capaci tutt*. Invece la genialata dell’asterisco tranquillizza tutt* sulla concretezza del cambiamento. Basta l’asterisco per far capire che, in caso di successo del candidato, Torino diventerà più accogliente, inclusiva, pluralista. No, pluralista no: non è permesso dal politicamente corretto. Pensiero unico obbligatorio ed obbligo di asterisco.
E le periferie? La disoccupazione? Il degrado? Lo spaccio di droga? La chiusura delle aziende? La totale irrilevanza culturale delle proposte del Sottosistema Torino? La povertà crescente? I trasporti pubblici? Il traffico? L’inquinamento? Problemi di nessun conto. Quando tutte le comunicazioni ufficiali e personali prevederanno l’obbligo dell’asterisco, Torino avrà risolto i tre quarti dei suoi problemi. I/le disoccupat* potranno essere utilizzat* per correggere le scritte sui muri, per censurare chi sbaglia l’asterisco. Sarà una città d’avanguardia nella lotta al sessismo. Magari con nuovi record di disoccupazione e di fuga dei cervelli.

Ma che saranno mai la povertà, la disperazione, la nuova emigrazione di fronte all’imposizione dell’asterisco che campeggerà sulla Mole al posto della stella? Forse, però, bisognerebbe anche cambiare il simbolo della città e pure il nome: il Toro è un chiaro esempio di provocazione machista..
1 commento
Ormai non c’è più un limite all’imbecillità di certi partiti e dei loro uomini e donne che li rappresentano.
Quello che stupisce è ci sono ancora troppe persone che avendo una totale incapacità di ragionare continuino a votarli !!!
Adesso nessuno in Italia si preoccupa per creare posti di lavoro, ma certi partiti composti da persone nullafacenti e troppo ignoranti fanno di tutto per ostacolare l’insediamento delle imprese .
QUESTI INUTILI PARTITI DOVRANNO VENIRE CANCELLATI, per potere cambiare l’Italia e riportarla al QUARTO POSTO tra le prime economie mondiali, e quindi permettere che il benessere si distribuisca tra le famiglie e non ci siano più disoccupati.