Ecoturismo. Per il “Continente Sardegna” non vuole essere solo una parola in linea con il politicamente corretto nel settore ambientale ma vuole davvero rappresentare un modello di sviluppo percorribile. Ovviamente senza rinunciare al turismo di massa che, per poco più di 3 mesi all’anno, assale le coste dell’isola. Sarebbe ipocrita ed anche economicamente insostenibile. Ma l’assessore regionale all’ambiente, Marco Porcu, pensa alle enormi potenzialità del turismo verde nell’entroterra. Con 2 parchi nazionali, 4 parchi regionali, 21 monumenti naturali.
Una realtà tutta da scoprire, spesso totalmente sconosciuta al di fuori della Sardegna. Una meraviglia ambientale, caratterizzata da una biodiversità affascinante che, unita all’altrettanto sottovalutata realtà archeologica (l’isola ha la più alta concentrazione di reperti archeologici dell’intera Italia), potrebbe permettere di allungare considerevolmente il periodo di afflusso turistico non legato soltanto al mare.
Porcu, d’altronde, intende accompagnare la scoperta delle bellezze naturali con il potenziamento dell’offerta culturale che comprende certo nuraghi e aree archeologiche dei diversi periodi, ma anche le tradizioni sarde, la cultura del cibo, anche la cultura contemporanea.
Un’offerta completa che permette di evitare lo spopolamento dei centri più piccoli. Permettendo ai giovani di trovare opportunità di lavoro qualificato e redditizio senza la necessità di emigrare verso le città sarde o in Continente. E senza neppure l’obbligo di intraprendere carriere lavorative legate esclusivamente alla ricettività ed alla ristorazione. Cultura e ambiente offrono nuove prospettive. Senza, tuttavia, trascurare proprio l’accoglienza turistica che è frenata dalla mancanza di strutture.
“Non servono grandi hotel, non c’è alcun bisogno di catene alberghiere che si espandano dalla costa all’entroterra ma – precisa Porcu – occorre aumentare la ricettività di B&B e di agriturismi perché non è sufficiente a rispondere alla domanda di ecoturismo”.
E poi servirà una diversa promozione per far conoscere il bosco fatato di lentisco plurisecolare, la più grande foresta di leccio del Mediterraneo, i luoghi frequentati dai grifoni. La Sardegna che forse molti non si aspettano. Che sviluppa l’ecoturismo di foreste e animali mentre, sulle Alpi, qualcuno è pronto a sacrificare valloni di biodiversità per costruire l’ennesimo impianto di risalita come se non esistessero altre forme di turismo. Porcu e la Sardegna scommettono sul rispetto ambientale, altrove conoscono solo la cementificazione.