La saggezza popolare non piace agli idioti della cancel culture. Però ha spesso ragione nonostante l’intellighentia radical chic. Ed uno dei consigli antichi riguarda il rischio di mettere troppi galli in un pollaio. La Leopolda renziana non era ancora finita che, subito, uno dei galletti del misterioso Ufo di centro ha iniziato a mettere dei paletti in vista di una eventuale alleanza.
Carlo Calenda, ovviamente. Che ha sostenuto anche cose giuste. Tanto per cominciare ha chiarito che il Bugiardissimo dovrebbe finirla con le sparate sul palco non accompagnate da atti concreti. In altri termini: “Matteo, prima di inserirmi in un possibile schieramento comune, magari me ne parli e ne discutiamo”. Va beh, lo stile di Renzi non è proprio quello di Monsignor Della Casa, però si può anche sopportarlo. Ciò che, invece, non è tollerabile in una alleanza politica, è che uno dei leader vada a prender soldi (tanti soldi) da un Paese straniero. Perché Renzi deve scegliere se essere un politico o un uomo d’affari sul libro paga dell’Arabia Saudita.
In teoria Calenda ha perfettamente ragione. In pratica un po’ meno, ed il suo paletto assomiglia molto all’ipocrisia. Perché un governo atlantista che prende ordini da Washington e da Wall Street non sembra molto diverso da un politico che prende soldi da Riad e che si sente poi obbligato a difenderne gli interessi.
Dopodiché Calenda concorda con il Bugiardissimo sulla necessità di costruire un grande centro, riformista, in vista delle prossime elezioni. Ma con altri distinguo. Al leader di Azione non sta bene l’accordo siciliano tra Italia Viva e Forza Italia guidata da Miccichè. La preclusione, sacrosanta, appare più legata a Miccichè che non al partito di Berlusconi. Però esiste. E non è carino pensare ad alleanze con tanto di lista di proscrizione nei confronti di alcuni personaggi degli altri partiti. Anche perché, a livello di nomi, Calenda non è che proponga chissà chi. Misteriosi esponenti della società civile che ha affossato l’Italia e poi Bentivogli. Sì, proprio il sindacalista co-fondatore di Base Italia, che si è contraddistinto per aver collaborato (guarda caso) con Calenda. E poi? Poi basta. Se Renzi punta su Bellanova, Calenda mette in campo Bentivogli e Berlusconi lancia Miccichè.
Per la qualità meglio ripassare in altri momenti.