Gli innumerevoli tragici fatti di cronaca attorno a Tik Tok – morti di alcuni minori, le fughe di altri, gli adescamenti di pedofili, di cui vi abbiamo parlato in questo articolo – hanno dato il via a una discussione importante in merito all’età minima per accedere ai social network, che ha coinvolto le istituzioni e l’opinione pubblica. La decisione del Garante per la privacy di vietare Tik Tok ai minori di diciotto anni non ha fatto che aumentare le discussioni.
Controllare i minori sui social network
Ciò che è certo è che il sistema di verifica dell’età è indispensabile per impedire che bambini (anche molto piccoli) accedano in assoluta solitudine e senza la supervisione dei genitori a strumenti per il cui utilizzo è necessario di un certo grado di maturità e competenze.
L’attenzione al problema è nata già da tempo. Il Garante vigila in maniera rigorosa su questo aspetto perché da esso dipende la prima forma di protezione che possiamo accordare ai nostri bambini on line. Nonostante le attenzioni riservate alla questione, la situazione è sfuggita di mano. I potenziali rischi immaginati dal Garante per la protezione dei dati personali hanno preso forma nella maniera più tragica possibile con la vicenda di Palermo. E, a ruota, con tutte le altre. Rappresentando, per il Garante, l’occasione di intervenire in via d’urgenza.
Il Garante per la privacy dispone il blocco di Tik Tok
Poche ore dopo la tragica vicenda di Antonella a Palermo – vedi il nostro articolo citato all’inizio -, il Garante per la protezione dei dati personali ha deciso (nuovamente) di intervenire. Questa volta lo ha fatto in via d’urgenza, con un esposto del 22 gennaio 2020. Nonostante sia in attesa di ricevere il riscontro richiesto con l’atto di contestazione, l’Autorità ha deciso comunque di disporre nei confronti di Tik Tok il blocco immediato dall’uso dei dati degli utenti «per i quali non vi sia assoluta certezza dell’età e, conseguentemente, del rispetto delle disposizioni collegate al requisito anagrafico».
Con il provvedimento, il Garante ha contestato due cose al social network. In primis, che Tik Tok raccoglie e usa i dati personali di utenti che hanno meno di 13 anni (per iscriversi al social bisogna essere più grandi). E questo è vietato. In secundis, che la politica sulla riservatezza di Tik Tok non è chiara.
Cosa comporta vietare Tik Tok ai minorenni
Il provvedimento sembra essere continente e appropriato. Ma cosa comporta, in sostanza, questo blocco? In primo luogo, comporta il divieto di trattamento dei dati personali (e quindi anche l’accesso alla piattaforma e l’apertura o il mantenimento dei profili social) degli utenti la cui età non sia stata accertata in maniera sicura. «Almeno finché il Garante non avrà ritenuto idonee le misure adottate in ottemperanza del provvedimento», spiega Pasquale Stanzione, Presidente del Garante per la protezione dei dati personali, durante l’intervista di Francesco Ognibene, per Avvenire. In secondo luogo, comporta la mancanza di base giuridica per un contratto che regola i dati personali di un utente che ha meno di 13 anni.
Naturalmente, il Garante ha lasciato alla piattaforma il compito di valutare il grado di univocità dell’accertamento, in particolare per i minori. Ma come è possibile far davvero rispettare l’obbligo di accertamento dell’età anagrafica? Secondo Pasquale Stanzione, Presidente del Garante per la protezione dei dati personali, «vanno individuate soluzioni idonee, da un lato ad evitare di accentrare, in capo alle piattaforme, una sorta di anagrafe della popolazione mondiale e, dall’altro, ad assicurare l’accertamento dell’età del soggetto, in maniera univoca e non eludibile, minimizzando il rischio di condotte elusive».
Soluzione facile? Non proprio. Però, i gestori di queste piattaforme dispongono di tecnologia sufficiente (se non a evitare alla radice) almeno a rendere remota per davvero l’eventualità che un bambino di 10 anni si intrufoli in uno spazio che non è adatto a lui.
Come si può controllare Tik Tok
Il Garante vigila sulla «accountability» di TikTok, cioè sulla responsabilizzazione della piattaforma, che «in base alle informazioni di cui già dispone, può desumere l’età reale grazie agli algoritmi e distinguere cosi un bambino di nove anni rispetto a un ragazzino di 14. Con un margine di errore a quel punto scusabile».
La discrezionalità di valutazione della piattaforma si porta dietro la piena responsabilità dell’operato della stessa e «il rischio di sanzioni anche elevate in caso di dichiarazioni mendaci o comportamenti elusivi». Il Presidente ha spiegato che «l’inosservanza della misura inibitoria disposta radicherebbe responsabilità amministrativa, con sanzioni suscettibili di giungere sino al 4% del fatturato globale annuo, ma anche responsabilità penale».
Quanto dura il provvedimento del Garante
Il provvedimento di blocco «durerà per il momento fino al 15 febbraio, data entro la quale il Garante si è riservato ulteriori valutazioni». E, inoltre, verrà portato all’attenzione dell’Autorità irlandese. Questo perché, recentemente, Tik Tok (azienda cinese, con amministratore delegato americanissimo) ha comunicato di aver spostato la sede europea dell’azienda in Irlanda. Come fanno un po’ tutti i giganti tecnologici.
Sui rischi per la privacy che pone Tik Tok, il Garante per la privacy italiano ha chiesto al Comitato europeo per la protezione dei dati personali, che riunisce tutte le Autorità privacy dell’Unione, di attivare una specifica task force. Il Garante italiano segnala, dunque, agli altri partner europei la necessità di un’azione coordinata contro i rischi per i dati degli utenti, soprattutto minori. Il Presidente dell’Autorità Garante, Antonello Soro, ha chiesto che la questione venga posta all’attenzione della prossima riunione plenaria, che si terrà a Bruxelles il prossimo 28-29 febbraio, del Comitato che riunisce tutti i Garanti privacy europei.
E’ vero che «il provvedimento è di carattere individuale e radica, in caso di inosservanza, responsabilità penale e amministrativa nei soli confronti del destinatario». Tuttavia, le direttive imposte a TikTok, a livello generate, dovrebbero valere per tutte le piattaforme social. In tal senso, «il principio affermato vale per tutte le piattaforme e indurrà, ragionevolmente, il dovuto rigore nell’osservanza delle norme della privacy».
Instagram e Facebook vietati ai minori?
Anche se la prima azione del Garante è stata contro TikTok, questo intervento – lungi dall’essere isolato – potrebbe costituire un precedente anche per altri social, che andrebbe a minare «il fantastico mondo dei social network». Nel mirino dell’Autorità, adesso, sembrano esserci anche Instagram e Facebook. L’Autorità, infatti, ha chiesto a questi due social network di fornire informazioni sui profili aperti dalla ragazzina e su come sia stato possibile, per una minore di 10 anni, iscriversi alle due piattaforme.
Ciò che sembra più importante, al momento, è proteggere ed educare i vostri figli: per capire come fare, leggete qua.