Guido Crosetto saluta e se ne va. Verso altri lidi. Il “gigante” saluta la “bambina” e lascia il suo scranno di parlamentare. Motivi personali, dice il piemontese. Motivi privati rispondono i romani. Separazione consensuale concordano i “Fratelli” d’ogni latitudine. Bene, auguri e figli maschi…
Purtroppo le voci maligne circolano e ruotano senza sosta. Attenzione. Come ricordava il buon Rossini nel suo “Barbiere di Siviglia” «La calunnia è un venticello che insinua lentamente e poi esplode come il suono di un cannone…». Un meccanismo infernale. Crudele.
Sempre meglio la verità. Per quanto cruda possa essere. Per rispetto agli elettori e ai militanti. A chi crede nell’ipotesi di FdI. Siamo chiari. Guido Crosetto riteneva necessaria (forse sbagliando o forse no…) la partecipazione di FdI al progetto governativo Salvini-Di Maio. Un modo, a suo avviso, di saldare (sommando il 17% leghista al 4% di FdI) il nuovo esecutivo su politiche sovraniste e liberarsi, una volta per tutte, dell’ipoteca berlusconiana. Un balzo nel mare oscuro, uno strappo forte. Magari un errore. Ma, vista la marginalità del “melonismo”, un segno di vita.
La storia, però, è un’altra. O, almeno, così sembra. Al telefono, nei corridoi, a cena, sotto casa, i vecchi e i neo inquilini di Montecitorio (tutti spaventati dalle paranoie dei “controllori”…) sussurrano un’altra narrazione. Ben diversa.
Sin dall’inizio delle trattative Salvini aveva chiesto l’ingresso al governo dei “Fratelli”, assicurando loro un dicastero “forte”, la Difesa. Ormeggiato Ignazio al Senato, la scelta più ovvia era Crosetto, già ottimo sottosegretario in XX Settembre ai tempi dell’ultimo Berlusconi. Ma, come confermano le interviste dei “fedelissimi”, la Meloni si oppose. Il posto doveva toccare a lei, solo a lei. Sempre lei.
Secondo i racconti dei “beninformati” (deputati e senatori lombardi, veneti e toscani…), Crosetto cercò di opporsi, cercando sponda in Cirielli, Urso e altri “governisti”. Inutilmente. Alla fine il “gigante” ha rassegnato le sue dimissioni.
Al suo posto (coincidenze?) subentrerà un nome nuovo, ma già conosciuto. La figlia di Mantovani, l’ex assessore della Sanità di Forza Italia in Lombardia, un ometto fieramente antifascista . Ciao Guido.