Un giornalismo cornuto? Un resoconto, con tanto di filmato, su un mancato matrimonio torinese la cui fine è stata decretata, dal nubendo, per presunti tradimenti della ex futura moglie, ha scatenato le polemiche su cosa sia il giornalismo e su quali siano i confini che un giornalista non dovrebbe superare. Polemiche nazionali, perché il video è stato ripreso da varie testate dell’intera Penisola.
La domanda iniziale è semplice: una questione estremamente privata, può e deve essere divulgata? La risposta è meno semplice. I due mancati sposi sono persone “pubbliche”? Un poco sì. Lui un banchiere, lei una politica senza voti ma che ha ottenuto un mega finanziamento regionale dopo aver cambiato schieramento politico. Basta per giustificare lo sputtanamento mediatico?
In teoria no. Ma in teoria i media non avrebbero dovuto fracassare gli organi genitali maschili e femminili con gli interminabili servizi sulla morte della regina inglese, sulle corna nella famiglia reale britannica, sulle cronache dei due fuggitivi negli States. Quello era giornalismo o spazzatura rifilato per vellicare l’italico guardonismo?
Va bene, c’è un pubblico che adora il pettegolezzo. Così come c’è chi si appassiona alle menzogne che contraddistinguono il calciomercato. In fondo non si fa del male a quasi nessuno.
Ma quando si passa alle menzogne quotidiane delle piangine dei Tg sulla guerra in Ucraina, siamo sicuri che anche questo sia giornalismo? Considerando i proclami dei telegiornalisti italiani, a forza di avanzate le truppe di Kiev hanno già occupato Mosca e marciano sicure verso Vladivostok. Dove potranno accordarsi con i cinesi che, nei resoconti delle piangine, hanno già scaricato Putin.
È giornalismo, questo?
È giornalismo raccontare che l’Italia ha l’economia più brillante d’Europa mentre il Pil scende e quello dei principali Paesi europei cresce o è stabile? È giornalismo nascondere i reati delle grandi risorse?
Certo, l’ordine dei giornalisti è impegnatissimo ad organizzare corsi di etica professionale per spiegare che è obbligatorio scrivere avvocata, assessora, tutt*, ingegnera. Eh sì, i problemi della categoria sono questi, non la pratica abituale della menzogna, non l’irrisione degli avversari. Ed allora meglio discutere se pubblicare una vicenda di corna rientra nei doveri di informazione piuttosto di interrogarsi sulla disinformazione al servizio dei guerrafondai atlantisti.