Collaborare: lavorare con, partecipare, cooperare. D’accordo, questo è il governo degli Incapaci ed anche le competenze linguistiche lasciano molto a desiderare. Però la sorpresa, mista ad un briciolo di indignazione, espressa dal lìder minimo e dal lombrosiano Boccia nei confronti dei governatori regionali e delle opposizioni è falsa come una moneta da 4 euro.
Ha iniziato Boccia che si è detto stupito per le proteste dei governatori dopo che il ministro ha comunicato la serie di porcate contenute nel decretino. Ma come – si è chiesto il pessimo ministro – avevo chiarito subito che sugli arresti domiciliari e sulla rovina dell’Italia non avremmo fatto un passo indietro e questi presidenti osano protestare? Ma allora non c’è collaborazione istituzionale!
Insomma, per Boccia i governatori hanno il compito di tacere ed applaudire, e basta. Questa è collaborazione.
Ma i presupposti non cambiano per Conte. Ha ottenuto il sostegno dell’opposizione per l’ennesimo scostamento di bilancio. Una scelta voluta da Berlusconi in cambio della legge a favore di Mediaset. Dopodiché il governo degli Incapaci si è dedicato alla legge per favorire l’invasione. Italiani bloccati in casa e viaggi permessi solo dall’Africa del Nord a Lampedusa. E soldi e ancora soldi per gli invasori e per chi li porta. Non erano probabilmente i provvedimenti attesi dall’opposizione, neppure nella veste di oppofinzione. Ma Conte avrebbe voluto ugualmente gli applausi. Se no dove finisce la concordia istituzionale?
Dunque collaborare, per il governo, significa soltanto che la maggioranza rossogialla decide senza consultare nessuno se non gli esperti a gettone, e il centrodestra accetta tutto. Non che la realtà sia molto diversa. Al di là di qualche sceneggiata, il centrodestra non reagisce. Ha dovuto provarci il governatore della piccola Valle d’Aosta a sfidare le follie del governo. E non fa parte del centrodestra. Ma i vari Fontana, Zaia, Toti, Cirio, Fedriga, Solinas, Marsilio, Musumeci, Acquaroli si sono ben guardati dall’andare allo scontro. Muti, magari con una punta di irritazione, ma senza infastidire il governo.
Non sia mai che, dopo, qualcuno abbia la pessima idea di chiedere quali sono le alternative, qual è il programma, qual è l’idea di futuro. Ed allora ci si limita a bofonchiare, a mugugnare. Sperando che la sacrosanta rabbia dei cittadini nei confronti dei decreti immondi e criminali porti qualche voto in più al centrodestra. Sempre che Conte e Mattarella non cancellino anche le elezioni per la nostra sicurezza. E per le loro poltrone.