“Il Grande Amico Meaulnes” il titolo con cui viene, per lo più, tradotto “Le grand Meaulnes”, l’unico romanzo di Alain-Fourier. O, più esattamente, l’unica opera pubblicata prima di sparire nei primi giorni della Grande Guerra. Disperso. I suoi resti furono ritrovati solo nel 1991. Ed ebbero finalmente nome e sepoltura.
Un unico romanzo, che è, tuttavia, un grande romanzo. Autobiografico, certo, ché Alain-Fourier lo scrisse poco più che ventenne, e i giovani, si sa, sono spinti dalla natura a parlare sopratutto di se stessi. Il distacco appartiene alla maturità. E alla vecchiaia, se ben vissuta. Cosa sempre più rara oggi.
È però un piccolo capolavoro. Storia di emozioni, innamoramenti, speranze. Sogni ed illusioni. E, soprattutto, storia di amicizia. Di quell’amicizia tra uomini che può nascere solo nella prima giovinezza, o ancor dentro gli anni dell’infanzia. E che è cosa rara. Sentimento forte. Che non a caso i romani consideravano il più importante fra tutti. Quello che veramente ti accompagna per tutta la vita
Cicerone vi ha dedicato uno dei suoi dialoghi letterari più felici. Il Laelius vel De Amicitia. Dove Gaio Lelio, ormai avanti negli anni, parla dell’amicizia di tutta la vita con Scipione Emiliano, che non è più tra i vivi. O meglio fra coloro che siamo usi considerare tali . Il legame più forte, che ha determinato più di ogni altro le scelte e le decisioni fondamentali della sua, intensa, esistenza.
Amicizia virile. Nata nella prima giovinezza. E divenuta sodalità politica, condivisione di interessi culturali. Affinità nella ricerca spirituale.
È il tipo di rapporto che legava Ottaviano con Mecenate e Agrippa, il vincitore della battaglia di Anzio. E su questo si fondò il sistema dell’età augustea.
Cicerone, per altro, completa con il Laelius una trilogia che comprende il Cato Maior vel de Senectute, e il Somnium Scipionis. Che rappresenta un percorso spirituale, una via. Non soltanto delle virtù astrattamente intese.
Vi sono molti tipi, e livelli, di amicizia. Di cui oggi, ormai, si sta perdendo il senso. Così come si è perso il significato della differenza tra Uomo e Donna. Che nulla ha a che fare con la discriminazione, i diritti (veri o presunti), il sesso. Al quale, alla fin fine, si riconduce, ormai, ogni rapporto, ogni sentimento. Incapaci non solo di concepire altro, ma anche di vedere cosa realmente vi sia dietro a ciò che chiamiamo sesso…
Un vero Amico è un compagno di via. Nella vita si possono avere molti conoscenti, che usiamo chiamare amici. Banalizzazione del concetto, perché, nella maggior parte dei casi, si tratta solo di frequentazioni. Per paura di restar soli con noi stessi.
Gli amici veri sono rari. Una fortuna. O meglio un dono del Destino. Quello scritto con la maiuscola.
Con un Amico puoi anche non vederti per anni. E neppure sentirti a lungo. Ma qualcosa, dentro di te, sa che lui, comunque, c’è. Ti aiuta. Non un aiuto materiale. Qualcosa di diverso. Qualcosa di più alto..
Il filo della vita, che le Parche tessono, non è mai lineare. Spesso si aggroviglia, annoda, e dipanarlo si rivela arduo.
I sentieri si biforcano. Allontanano. Talvolta addirittura divergono. Ma un Amico vero resta per sempre un Amico. E, prima o poi, lo ritrovi. Perché mai lo hai perduto.
In questo devo dire che il Destino, con me, è stato generoso.