I Millenials non amano il vino! La solita informazione gridata e mirata a creare terrore. In questo caso tra produttori, distributori, ristoratori e baristi. Ovviamente gli spacciatori di terrorismo mediatico indicano anche le ragioni di questo disastro economico e culturale. Dunque secondo gli esperti – devono essere i cugini dei vari Galli, Burioni, Capua e affini – i giovani tra i 25 ed i 40 anni (giovani..) preferirebbero bevande a minor gradazione alcolica. Privilegiando, di conseguenza, i cocktail che hanno una ben più alta gradazione. Ma non si può pretendere coerenza dagli esperti italiani.
Partendo da questa dimostrazione di estrema competenza, gli esperti suggeriscono ai produttori ed ai rivenditori di puntare sulla trasparenza, raccontando i vari passaggi dalla vigna alla bottiglia. Un’idea sicuramente vincente. Così vincente che è diventata ormai un’abitudine consolidata da decenni. I colleghi dei grandi virologi, però, non se n’erano accorti. E sino a qui, nulla di male o di preoccupante. Chi sa, fa. Chi non sa, insegna. E chi non sa fare e neppure insegnare, si trasforma in esperto che pontifica in tv, sulla carta stampata ed ora anche online.
Il peggio, però, arriva subito dopo. Perché se sei un esperto, puoi anche prevedere il futuro. Che, nel mondo del vino, deve significare bevande sempre più leggere, con un sapore che non ricordi l’uva ma altri prodotti. Meglio se naturali. Non un vino con sentori minerali, di frutta matura, di frutti di bosco, di pepe o di quant’altro. Non bastano i “sentori”, bisogna passare decisamente al vino all’ananas, al cocco, al mango. Più esotico è, meglio è.
Al mondo c’è spazio per tutti. Ed a differenza dei politicamente corretti che vietano di esprimere pensieri non in linea con il pensiero unico obbligatorio, nel mondo del vino si tollerano le più assurde bestialità. Con la consapevolezza, però, che non si tratta solo di sciocchezze legate al caldo eccessivo che surriscalda menti in difficoltà. Perché, seguendo le indicazioni della finestra di Overton, si è iniziato il percorso per eliminare ogni rapporto del vino con un territorio e con la cultura di quel territorio e della gente che ci vive, discendente di quella gente che il territorio lo ha lavorato e trasformato.
Si comincia fingendo preoccupazione per il futuro del mercato del vino, si prosegue abbassando la gradazione per ragioni di salute, si finisce eliminando il vino dalle tavole per sostituirlo con sottoprodotti approvati dal Ministero della Verità. Tutto già scritto da Orwell. Il Grande Fratello avanza.