..E poi ti ritrovi a gustare un pranzo di alta qualità nel ristorante Les Perites Madeleines del Turin Palace Hotel, con il direttore dell’albergo – il bravissimo Piero Marzot – che per valutare il gradimento degli ospiti misura le risate dei commensali. Perché non se ne può più di discussioni a tavola sul retrogusto di fiori bianchi spessi, sulla croccantezza, sulla sapidità. Stai concedendoti una cena con gli amici, con la persona che ami? E allora goditi il momento felice e giudica se quello che mangi ti piace o meno. Senza un inutile onanismo intellettuale e pure verbale.
Perché a tavola, anche al ristorante, devi sentirti a tuo agio, in un ambiente bello, elegante, ma sempre confortevole e famigliare. Con cibo da apprezzare ed un servizio né distratto né invadente.
Tutto ciò che Marzot è riuscito ad ottenere al Turin Palace ed a Les Petites Madeleines. Puntando su uno chef giovane come Giuseppe Lisciotto che ha creato una brigata giovane e capace. E per il menu autunnale proprio Lisciotto ha deciso di coinvolgere i suoi collaboratori in modo che ciascuno di loro portasse la propria esperienza di tradizioni anche di famiglia. Riprendendo, e interpretando, i ricordi di infanzia, le ricette della nonna, i pranzi della domenica in famiglia, i dolci delle feste.
Il risultato è una proposta composita, variegata, stuzzicante ed innovativa pur nella riproposizione delle tradizioni di ciascuno.
Un menu in grado di affascinare i turisti stranieri, sempre più numerosi, che arrivano al Turin Palace Hotel. Ma anche estremamente stimolante per la clientela italiana, compresa quella che non soggiorna in albergo ma che vuole affrontare un viaggio gastronomico basato sulla qualità dei prodotti, sul numero limitato degli ingredienti, su lavorazioni accorte e impiattamenti essenziali.
Da un lavoro a più mani ha preso così forma una Carta che abbina a piatti territoriali continuativi (“Vitello tonnato, salsa all’antica, sedano e acciughe del Mar Cantabrico”, “Agnolòt del Plin”, sugo di arrosto e crema di nocciole”), proposte che si aprono a nuove interpretazioni, grazie ad abbinamenti convincenti. Ne sono un esempio il “Pie di zucca hokkaido, cipolla e gelato al Blu del Monviso”, il “Raviolo di faraona e zabaione ai peperoni”, la “Suprema di pollo e cipolla al sale ripiena”, l’” Astice, topinambur e tartufo nero” e il “Baccalà marmorizzato al nero di seppia, bietole e bergamotto”. Nel Menù non mancano inoltre “classici” come gli “Spaghetti al pomodoro fresco e basilico” e il “Filetto di Fassona con patate ratte” graditi soprattutto dagli ospiti internazionali.
A fare capolino in una Carta che celebra “Le verdure, i legumi e i cereali” (“Crema di cavolfiore, castagne e nocciole”, “Zuppa di cereali e legumi”, “Castagne, funghi e caco di Carmagnola”) sono anche ricette che profumano di storia e rimandano alle domeniche in famiglia, affidate all’estro culinario delle nonne, capaci di armonizzare ingredienti semplici e sapori decisi. Un approccio che traspare evidente assaggiando i “Maccheroncini alle acciughe con olio aromatizzato al peperoncino e pan grattato”, in cui emergono i profumi e i gusti incisivi della Calabria, terra d’origine di chef Lisciotto e di Fabio Bertagnoli, capo partita primi piatti.
Spazio anche alle degustazioni con le proposte “Vegetariana” e “Les Petites Madeleines”, felice connubbio di terra e di mare: “Carpaccio di gambero rosso di Mazzara del Vallo con caviale di Pisani Dossi”, “Stracotto di Fassona, barbabietole e rafano”, “Radicchio tardivo, Pecorino, pere e crema di noci caramellate”, “Raviolo di crostacei, ricci di mare e beurre blanc”, “Astice, topinambur e tartufo nero” e “Millefiori di bosco, yogurt e yuzu”.
Capitolo a parte lo meritano, infine, i dolci che si lasciano ispirare dalla stagione e dalla tradizione – “Bavarese ai mirtilli e marroni”, il “Bunet della Tradizione Piemontese” e “Tiramisù” – ma strizzano l’occhio alla sperimentazione come nella “Millefiori di bosco, yogurt e yuzu” o nel “Tramezzino alla nocciola e kumquat con crema alla gianduja”.