“I giovani? Se hanno davvero voglia di lavorare accettano anche di essere sottopagati”. È la nuova frontiera del fronte moderato che tanto piace a Berlusconi. Sui social sono ricominciate le proteste dei donatori di stipendio che non riescono a trovare giovani da sfruttare. Infastiditi da loro colleghi che assicurano di non aver avuto difficoltà nella scelta di ragazzi da assumere nei propri ristoranti: “Offrivamo 1.800 euro netti al mese, per il doppio turno quotidiano, ed un alloggio da condividere in due; i ragazzi si sono presentati, abbiamo potuto scegliere senza problemi, siamo soddisfatti”.
Curiosamente chi ha trovato il personale non ha difficoltà a spiegare quale sia la retribuzione offerta ed accettata. Mentre gli altri, quelli che non riescono a colmare i vuoti in organico, si limitano a lamentarsi per la scarsa voglia di lavorare dei giovani. Ed ammettono di offrire salari da fame, con i quali non è possibile neppure sopravvivere, ma pretendono che vengano accettati anche perché accompagnati da turni di lavoro che rendono impossibile la vita sociale. E se non puoi frequentare nessuno, non hai neppure la possibilità di spenderli, i soldi.
D’altronde anche Confindustria ha chiarito che il lavoro è un privilegio. Il lavoro, non la retribuzione a cui si dovrebbe rinunciare per il bene del Paese o del padronato, che è la stessa cosa. Invece, per colpa del maledetto reddito di cittadinanza, i ragazzi pretendono persino di essere pagati dopo che il padrone, con estrema generosità, ha offerto l’opportunità di trasformarsi in schiavi a tempo determinato. Ingrati!
Nei giorni scorsi Electomagazine ha raccontato che, negli Stati Uniti, si è registrato un record di dimissioni dal posto di lavoro – a partire dal settore della ristorazione – perché i dipendenti si sentivano sfruttati, maltrattati, sottopagati. Ma una giornalista del quotidiano ha sottolineato che anche in Italia si cominciano a verificare analoghe situazioni, e non soltanto nella ristorazione ma anche nel commercio.
Il padronato assicura che non si può pagare di più, che la crisi è pesante, che i costi sono alle stelle e le tasse pure. Però una bottiglietta piccola di acqua al Salone del libro di Torino veniva venduta a 2 euro e 30 centesimi e considerando la ridotta distanza dalle principali fonti di acqua minerale non si può pretendere di far credere che l’aumento del prezzo della benzina abbia inciso così tanto.
E vale per tutto. Confagricoltura si lamenta per il crollo dei prezzi per la carne pagati agli allevatori, ma in macelleria il consumatore paga di più. Con il risultato di ridurre i consumi scontentando tutti.
Ma è sempre colpa degli altri. Formigli, dopo le operazioni di killeraggio politico, si dedica ad una inchiesta sulle piccole aziende che producono scarpe per i grandi gruppi con marchi famosi. Piccole imprese ricattate e strangolate da chi, immancabilmente, viene presentato dai media come imprenditore illuminato, attento al sociale, gauchista convinto. I soliti cialtroni, insomma. Però, se i piccoli produttori erano così bravi, perché non hanno provato a lanciare un proprio marchio? A vendere direttamente le proprie scarpe? Assicurano che i loro modelli vengono pagati 30 euro e rivenduti ad oltre 400. Esiste un ampio margine su cui lavorare per individuare una nicchia di mercato.
1 commento
Articolo che condivido pienamente.
La sintesi,in immagini, si può esprimere in due foto:LANDINI feat CASARIN (G8)e LANDINI ft DRAGHI.
LE DUE FACCE RICOSTITUITE DELLA STESSA MEDAGLIA.