Dunque… sto leggendo un libro. O meglio lo sto leggiucchiando. Mica una novità… praticamente non mi ricordo un giorno della mia vita senza un libro fra le mani…
Solo che, questa volta, mi sono un po’ dovuto costringere. Perché, vedete, non ho praticamente mai scelto le mie letture in base alle mode, al battage pubblicitario, alle polemiche… ma questa volta è stato, praticamente, inevitabile.
Ovviamente sto parlando del libro del generale Roberto Vannacci, ” Il mondo al contrario”.
Sinceramente, se mi fosse capitato fra le mani senza questo caos, questo alone sulfureo che lo accompagna, non mi avrebbe fatto un grande effetto.
Vannacci è un generale vero. Uno che ha comandato li Col Moschin e la Folgore in tutti i principali teatri operativi (leggasi: di guerra). E si è comportato… bene.
Non è un militare da scrivania. Un generale che si guadagna galloni e decorazioni in pericolosissime operazioni contro i no vax. Ovvero non è un militare di quelli che piacciono all’attuale establishment politico. Che si proclami di destra o di sinistra, questo establishment, conta poco. Resta la stessa… roba.
Da quello che mi consta, era finito all’Istituto Geografico Militare. Da cui lo zelante ministro Crosetto si è affrettato a rimuoverlo.
Ora, per quanto prestigioso, non mi sembra che detto Istituto fosse la destinazione adeguata per chi, come Vannacci, aveva comandato reparti di élite in Afghanistan, Iraq, Somalia, Libia….
Parliamoci chiaro. Era ed è il classico cimitero per elefanti. Dove seppellire le carriere di ufficiali… “scomodi”.
Per cui penso che come la pensasse su tante cose il nostro generale, lo si sapesse bene. E da tempo. Relegandolo in via Cesare Battisti a Firenze – sede dell’IGM – ad occuparsi di geodesia e quant’altro, gli si è, probabilmente, solo dato il tempo di scrivere. E, soprattutto, di masticare amaro.
Così ha buttato giù questo libro. E se lo è pubblicato in proprio. Probabilmente solo per togliersi qualche sassolino dagli anfibi. E senza alcuna aspettativa particolare.
E invece…capriti cielo! Scandalo, prefiche del politically correct che si stracciano le vesti, alti lai e indignazione bipartisan, dalla Meloni alla Schlein…
E il libro sta scalando tutte le classifiche. Amazon fa fatica a stare dietro alle richieste. Il bestseller dell’anno.
Il primo a restare stupito, credo sia proprio il nostro generale.
Perché, in fondo, cosa ha mai scritto?
Non ha violato alcun segreto militare. Non ha propagato notizie riservate. Non è sceso nell’agone politico. Non ha criticato la politica estera del governo. E neppure quelle, sanitarie, dei governi precedenti (leggasi: campagne vaccinali, green pass ed altro).
È un soldato. Uso obbedire e tacere.
Si è limitato a dire che gli sembra di vivere in un mondo al contrario. Dove se uno si difende da un’aggressione, viene condannato. E l’aggressore risarcito a sue spese.
Dove chi occupa abusivamente una casa ha più diritti di chi ne è il proprietario…
Cose così. Cose che non dovrebbero suscitare polemiche. Che rispondono ad un normale buon senso.
Già… normale. E forse proprio in questo sta il problema. Perché, tra le altre cose, marginalmente, il generale ha scritto che, a lui, i gay, i LGBT, i gender fluid e quant’altro tanto normali poi non sembrano.
Opinione, credo, condivisa in tutte le Forze Armate. E, anche se silente, nella gran parte del nostro paese.
Ma questo ha fatto scattare una reazione scomposta e furente. Che ho l’impressione faccia comprendere quale lobby è oggi più influente e (pre)potente nel mondo occidentale. Da Davos a discendere sino ai Media e al mondo politico italiano.
Così, hanno creato il “mostro” . E suscitato reazioni di solidarietà abbastanza ovvie. Perché in tanti, in tantissimi siamo arcistufi dell’ipocrisia politically correct. E di coloro che vogliono rimodellare la realtà, e la stessa natura, in base alle loro… predilezioni. Fingendo che queste siano alti e nobili ideali… mentre sono solo… beh, lasciamo perdere. Tanto avrete di sicuro capito.
Sinceramente non so quale sia il futuro del nostro generale. Lui ha detto chiaro che è un soldato. E che non ha mai inteso fare politica.
Però, se fossi nei panni di Gianni Alemanno, che sta cercando di riaggregare una Destra che abbia almeno qualche carattere di destra, io, un pensierino ce lo farei. E farei un salto a fare due chiacchere col generale. A Firenze o ovunque si sia ritirato. Con, va detto, estremo riserbo.