Le spiegazioni sono tante, ma la realtà è che il mercato italiano dell’auto ha smesso di crescere. In marzo sono state immatricolate 213.731 autovetture con un calo del 5,75% sullo stesso mese del 2017. Questa contrazione, che segue un calo dell’1,4% in febbraio e una crescita del 3,36% in gennaio, è dovuta, secondo il Centro Studi Promotor, ad un complesso di ragioni
A partire da un giorno lavorativo in meno per proseguire con il rallentamento fisiologico dopo la ripresa in forte accelerazione del 2015 e 2016 (+16%), e dopo la crescita più moderata (+8%) dello scorso anno.
Una terza giustificazione sarebbe rappresentata dalle elezioni visto che solo gli italiani rinviano l’acquisto di una vettura in base al voto. Più credibile la quarta motivazione del Csp: il minor ricorso ai km zero da parte di alcune case automobilistiche. Anche perché le auto acquistate dai concessionari spesso devono ancora essere rivendute, nonostante gli sconti.
Ma all’Anfia aggiungono anche che la ripresa dell’economia italiana si è rivelata meno brillante di quanto promesso e annunciato.
Nonostante il risultato non particolarmente brillante di marzo e del primo trimestre (che si è chiuso con 574.130 immatricolazioni e con un calo dell’1,55%) – secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – le prospettive per il mercato automobilistico nel 2018 non sono negative. Che è già diverso da “positive” come si prospettava nei mesi scorsi.
Ma se il mercato, nel suo complesso, registra una frenata del 5,75%, va molto peggio per i
marchi di FCA (escludendo Ferrari e Maserati) che totalizzano nel complesso 59.474 immatricolazioni nel mese, con un crollo del 12,9% (ma il solo marchio Fiat ha perso più del 20% e Lancia ha fatto anche peggio mentre crescono Alfa Romeo e Jeep), per una quota di mercato del 27,8%.
Un trend negativo che riguarda anche l’intero trimestre, chiuso con una flessione dell’8,2% a fronte del -1,55% del mercato complessivo. Un risultato negativo, quello di marzo, ancor più significativo perché il mese scorso Volkswagen è cresciuta del 9%, Citroen di oltre il 17%, mentre Audi, Bmw e Ford hanno contenuto le perdite.
Ovviamente sulle prospettive del mercato dell’auto nei prossimi mesi – conclude Quagliano – influirà l’impatto delle decisioni che verranno assunte (o non verranno assunte) dal Governo di cui si attende la costituzione.