Praticamente un disastro mondiale. Il mercato dell’auto, a febbraio, ha registrato flessioni in tutti i principali mercati mondiali, con rare eccezioni all’interno delle macroaree.
L’Unione europea e l’Efta (Norvegia, Islanda e Svizzera) hanno contenuto la flessione allo 0,9%, con situazioni altalenanti tra i diversi Paesi.
Non stupisce più l’ormai cronico crollo del mercato turco, con la fiducia dei consumatori ai minimi storici. Ma a febbraio, per la prima volta negli ultimi due anni, è calato anche il mercato russo, con una flessione del 3,6% che porta in negativo (-1,8%) anche il cumulato del bimestre. E secondo l’Anfia, che elabora i dati mondiali, anche a Mosca prevale l’incertezza per i prossimi mesi.
Ma se in Europa non si ride, va decisamente peggio sul fronte americano. Complessivamente l’area Nafta registra una flessione del 2,7% per le immatricolazioni di veicoli leggeri. Ma la categoria comprende anche i furgoni ed i veicoli da lavoro. Così negli Stati Uniti il dato complessivo dei veicoli leggeri è in calo del 2,4% ma per le auto – che pesano per il 30% sul volume delle vendite dei veicoli leggeri – il calo è dell’11%. Lo stesso vale per il Canada (-2,6% per l’intero settore e -13% per le auto) e per il Messico (rispettivamente -6,4% e -11,6%). Dunque si acquistano mezzi per lavorare e non per uso privato. Un segnale chiaro di nuove tendenze e nuovi comportamenti dei potenziali automobilisti.
In tutto questo scenario negativo fa eccezione il Brasile, anche sulla spinta del cambiamento imposto da Bolsonaro: le consegne di auto sono aumentate del 25,2% a febbraio. Al contrario i disastri provocati da Mauricio Macri in Argentina si riverberano anche sul mercato dell’auto che il mese scorso ha perso un ulteriore 60%.
Quanto all’Asia, il Giappone è stabile (-0,1% a febbraio), ma preoccupa il dato cinese, in flessione del 17,4%.
Una situazione complessiva che potrebbe determinare clamorosi cambiamenti negli assetti delle principali case automobilistiche, tra acquisizioni, fusioni, alleanze. Con ipotesi di accordi, ad esempio, tra Fca e Psa (Peugeot e Citroen).