“Scusi prof… ma questo Leopardi era davvero così?” gli occhi neri ironici. Con questo caldo, sembrano più brillanti del solito.
Davvero… come?
” Beh, ecco…le sue poesie sono davvero bellissime. Però mi lascia l’impressione…che non fosse capace di vivere…. ”
La guardo. Certe volte questi ragazzi riescono a stupirmi ancora….poi
Non hai tutti i torti. Io ho sempre pensato che sia un errore, un travisamento del suo pensiero, dire che Leopardi era infelice. Piuttosto, era incapace di vivere. Come, per altro, lo sono la maggioranza degli uomini. Solo che lui ne era cosciente. E qui sta, in parte, la sua grandezza. Ma è, al contempo, la sua tragedia…
“A’ proffe’, ma che vo dì che gli omini so’ incapaci de’ vivere? Uno quando è vivo, vive, no?” beh, abbastanza semplicistico. Ma per il Boro è un, insolito, tentativo di dire qualcosa di serio…
No. Vedi, noi chiamiamo vivere ciò che, in realtà, è semplicemente un esistere. Quando non un mero sopravvivere. Vivere, vivere davvero, è ben altra cosa. Ed è difficile. Non basta nascere e respirare per più o meno anni. Ci vuole ben altro. E questo non viene naturale. È, diciamo, un mestiere. Difficile da imparare. Come dice Hemingway…
“Ma che se deve impara’? Cioè, per vivere se deve venì a scuola e studiare?” scuoto la testa. Un gesto che, con gli anni, mi è divenuto sempre più…naturale.
No. La scuola ti insegna ben poco. Anzi, di questi tempi è più deleteria che altro (faccio un gesto vago) tra mascherine, DAD, e altre ossessioni non vi abbiamo, certo, fornito dei buoni esempi…
Perché, poi, la questione è proprio questo. L’esempio. È dagli esempi che ci vengono dati, e soprattutto da quelli che scegliamo di seguire, che cerchiamo di imitare, che si impara il mestiere di essere uomo…
“Ma prof! Noi non dovremmo imitare qualcuno… Dovremmo essere…noi stessi. Originali…” la glaucopide appare davvero stupita.
“Tu lo sei de sicuro. Come te, nun se ne trovano…” il Boro, con, insolita, voce romantica. E, incredibile, lei arrossisce. E, poi, gli sorride.
Originale. Essere originali. Unici. L’ossessione della nostre epoca. Che in realtà è la più conformista, banale, priva di varietà di ogni tempo. Un’epoca in cui si è arrivati all’assurdo di rinunciare ad avere un volto. Tutti uguali…. E però pretendiamo di essere…originali.
(scuoto di nuovo la testa… sta proprio diventando un tic)
No. Avere dei modelli di comportamento, scegliersi degli esempi da imitare, per ammirazione, non è mancare di originalità. Abdicare a se stessi. Tutto il contrario.
Avere degli esempi degni da imitare, è essenziale in tutte le arti. In tutti i mestieri. Leonardo era un genio. Ma ebbe come maestro il Verrocchio. E imparò imitandolo. Solo dopo divenne Leonardo. Per tutte le arti era così. I poeti prendevano ad esempio altri poeti. E anche un artigiano, che so un fabbro, un falegname, imparava guardando un maestro della sua arte.
“Ok, prof. Forse ha ragione…” (mi piace questo forse, un tempo… nessuno avrebbe osato…) . “Per l’arte, per un mestiere… ma la vita è un’altra cosa. Mica è un mestiere…” guardo quegli occhi neri… Certo che tra questi e quelli azzurri dell’altra è…un bel gioco di contrasti.
Un attimo di silenzio. Poi…
E invece vivere, essere uomini (la glaucopide mormora “e donne “), sì certo, donne, ma vedi, io uso il termine uomo nel suo senso latino, ovvero appartenente al genere umano… Comunque, è un mestiere. Non facile da imparare. Perché, vi sembrerà strano, ma non viene…naturale.
“Lo dice sempre mi nonno che nessuno nasce imparato.” sorrido al Boro.
Tuo nonno è saggio. Ma adesso non dire che ha la mia età, perché gli scrutini si avvicinano. E sto giro…Ti boccio
(ridono tutti. Anche, anzi soprattutto il Boro)
Esistere è qualcosa che non dipende se non dalla biologia. Ma vivere, essere uomo…va bene, anche donna (risate)..è un mestiere che si deve apprendere. Con costanza, impegno, fatica. Esercitando…no, non solo l’imitazione. Piuttosto…l’ammirazione.
E qui mi viene voglia di parlare loro di Cioran. Dei suoi “Esercizi di ammirazione”. Ma andrei troppo fuori dal seminato… Altro che Dottor Divago, come mi soprannominò una classe, molti anni fa… E poi sta per suonare la campanella…
“Ma allora, Prof.. come possiamo imparare questo mestiere di vivere?” gli occhi sono sempre maliziosi. Ma nella voce colgo un’eco di…angoscia
Non so dirtelo. In questo davvero ognuno ha una sua strada. Ma cercate dei punti di riferimento. Non importa che siano filosofi o poeti famosi… L’importante è che voi ammiriate in loro una qualche virtù… E le virtù non sono astratti valori. Che possono venire cambiati dalle mode e dalle necessità del tempo. Le virtù sono qualcosa di…perenne. Non cambiano. E vi insegnano il mestiere di vivere.
Suona la campanella. Esco. Nel totale silenzio.