Dopo il suo insediamento al Dicastero della Pubblica Istruzione, il ministro Patrizio Bianchi è rimasto silente per mesi. Quasi ci eravamo scordati di lui. Amico personale di Romano Prodi e già consulente dell’Azzolina ai tempi dei governi Conte, in qualche modo si era reso complice della disastrosa gestione delle scuola nel corso della prima fase della pandemia.
Ora il ministro Bianchi, per uscire dall’anonimato, ha deciso, in uno slancio d’orgoglio, di lanciare una proposta che dimostrasse la sua esistenza. Si chiama “Piano Estate” e, secondo quanto comunicato con una circolare inviata a giornali e scuole, consentirà “a studentesse e studenti di recuperare socialità e rafforzare gli apprendimenti, usufruendo di laboratori per il potenziamento delle competenze (ad esempio Italiano, Matematica, Lingue), di attività educative incentrate su musica, arte, sport, digitale, percorsi sulla legalità e sulla sostenibilità, sulla tutela ambientale”.
In altre parole chiederà a insegnanti e studenti, su base volontaria, di andare a scuola anche nei mesi estivi. Il progetto prevede uno stanziamento di oltre mezzo miliardo di Euro, per l’esattezza 510 milioni.
Un’idea e uno stanziamento che non ha mancato di suscitare una serie di perplessità, per usare un eufemismo.
In primo luogo, da che mondo è mondo, le vacanze estive per la scuola sono sacre: agognate, attese, desiderate, meritate, giuste, fate un po’ voi.
In secondo luogo il ministro non si rende conto che studenti e allievi hanno dovuto fare uno sforzo enorme per superare tutte le difficoltà che la famigerata DAD ha comportato per buona parte dell’anno scolastico. Difficoltà che Bianchi sembra ignorare. Siamo convinti che il suo appello cadrà nel vuoto, anche se non si può mai dire. Qualche “talebano” entusiasta del governo dei peggiori forse lo si potrà ancora trovare.
Ma ciò che allarma è il fatto che il ministro ignori che gli insegnanti restano comunque in servizio anche nei mesi estivi, fatto salvo il periodo di ferie di trenta giorni che devono inserire nel periodo di sospensione delle lezioni, tra luglio e agosto. Inoltre, per coloro che non sono coinvolti negli esami, il periodo durante il quale gli insegnanti non sono impegnati direttamente nelle lezioni comprende anche buona parte del mese di giugno. Pertanto, volendo, si potrebbe prolungare l’orario scolastico senza vincolarlo alla volontarietà e senza aggiungere un solo Euro per sostenerlo. Sempre che non si abbia l’intenzione di negare il periodo di ferie a maestri e professori, sottraendo loro un diritto che spetta a tutti i lavoratori.
Per farla breve, quella del ministro sembra una boutade senza né capo né coda. A meno che non abbia intenzione di chiedere uno stanziamento importante – mezzo miliardo non sono bruscolini! – per poi dirottarli su altri capitoli di spesa. Un po’ come è successo per la tristemente famosa “lotteria degli scontrini” e il connesso cashback.
Ma se il primo provvedimento in vista dei finanziamenti europei è questo, c’è da dare ragione a coloro che sono molto preoccupati per come verranno spesi quei miliardi che tra poco pioveranno sulle nostre teste.