Poi si verrà a sapere che le cose sono andate così…
Il sultano di Arcore pare che fosse assai preoccupato della piega che stava prendendo l’ennesimo processo istruito a suo carico da parte della procura di Milano. Processo nel quale la modella marocchina Imane Fadil, morta all’inizio del mese dopo un ricovero in ospedale di oltre quaranta giorni, doveva essere la testimone chiave, almeno a detta di tutti i media. La ragazza si era costituita parte civile nei processi Ruby bis e ter ma era stata esclusa in quanto, secondo i giudici, non poteva essere considerata parte lesa.
Ma la sua statura di supertestimone ne faceva comunque un pericolo per le difese dei 27 imputati.
Pertanto il politico meneghino deve per forza aver contattato il suo vecchio amico Vladimir, zar di tutte le Russie, per vedere se poteva dargli una mano. E questi sicuramente deve avergli detto di non preoccuparsi: in nome della vecchia amicizia ci avrebbe pensato lui.
Torna in mente il fattaccio del novembre 2006, quando l’ex agente dell’Fsb russo Aleksandr Litvinenko è stato avvelenato in Inghilterra con polonio radioattivo, mentre il 4 marzo del 2018 a Salisbury la spia russa Sergej Skripal’ e la figlia Julija sono stati vittime di avvelenamento doloso da gas nervino, dal quale sono scampati per puro caso. E torna in mente in quanto, a detta di tutti i giornali, l’avvelenamento di Imane sarebbe stato causato dall’ingestione di un mix di sostanze radioattive. Sostanze, sia detto per inciso, che non si possono comprare proprio in tutte le farmacie.
Stesso modus operandi, dunque. Quasi una firma dei servizi segreti dell’ex Lubianka.
Ora viene da chiedersi chi possa aver somministrato il veleno alla ragazza. E i sospetti non potranno non cadere su un noto uomo di spettacolo italiano che a pochi giorni dalla morte dell’olgettina è stato dichiarato “indesiderato” da diversi deputati ucraini, al pari di Albano Carrisi, in quanto “amico di Putin”. Non potrà che trattarsi di Toto Cutugno, l’unico che poteva frequentare senza destare sospetti gli stessi locali notturni milanesi nei quali si faceva vedere la Fadil.
Così il cerchio si chiuderà.
Ma naturalmente, come è già successo in passato, nessuno degli eminenti personaggi citati sarà chiamato direttamente in causa e neppure indagato. Infatti lo stesso sultano di Arcore si è già affrettato a dichiarare di non aver mai né conosciuto né incontrato la povera ragazza morta in ospedale lo scorso 1 marzo. Anche se già il fatto che siano passati diversi giorni dalla sua morte alla divulgazione della notizia avrebbe dovuto sollevare sospetti più che legittimi. O no?
1 commento
secondo me il problema reale dell’inquinamento mondiale sono i Ricchi e Poveri!