Il mito delle sirene, uno dei più affascinanti di tutti i tempi: creature ibride donna-pesce, considerate spaventose e al tempo stesso incantevoli, capaci di ammaliare e sedurre con dei canti sublimi e a tratti inquietanti. Vediamo quali sono le origini delle sirene, che ruolo hanno avuto nelle varie culture e che ruolo hanno, ad oggi, nella nostra.
cosa sono le sirene
Le sirene sono esseri ibridi, metà pesci e metà donne. In particolare presentano la parte superiore umana e quella inferiore animale, caratterizzata da una pinna caudale. Fino al II secolo, però, queste creature erano metà donne e metà uccelli. Il cambiamento nella rappresentazione di questi esseri si pensa essere legato a due motivi: il primo si riferisce a qualche traduzione sbagliata dell’epoca, dove la parola latina “pennis” (piume) venne confusa con “pinnis”, che significa pinna. Un altro motivo potrebbe derivare dall’ideologia che vedeva queste creature come esseri del male, che affonda le sue radici nel Cristianesimo. La sirena ricorre spesso nella cultura europea, antica e contemporanea, ma non solo: trova figure affini in tutto il mondo.

l’origine delle sirene
Le origini delle sirene risalgono sicuramente all’antica Grecia, ma sono particolarmente incerte: alcuni miti greci affermano il fatto che esse siano in realtà figlie del dio fluviale Acheloo e di Mnemosine, divinità del canto e della danza. Altri miti affermano invece che le sirene siano nate dalla musa della danza Tersicore, dalla dea dell’eloquenza Calliope oppure da Sterope (lontana discendente di Zeus, capo dell’Olimpo).
IL MITO DELLE SIRENE NELLA CULTURA ANTICA
L’odissea
Nell’antichità classica una delle rappresentazioni più importanti delle sirene fu data dall’Odissea di Omero. In quest’opera vengono rappresentate come creature ibride che vivevano tra Scilla e Cariddi, in grado di ammaliare ogni uomo con il loro canto, per poi lasciarlo morire senza alcuna pietà. Questo è il motivo per cui la loro isola era sommersa da cadaveri, ormai in putrefazione, di marinai approdati anche molto tempo prima l’arrivo di Odisseo. Quest’ultimo che, invece, riuscì ad andarsene indenne nonostante la forte tentazione nata in seguito alla loro proposta: l’invito a “sapere più cose”, ad una conoscenza onnisciente che avrebbe però fatto perdere i legami familiari e civili, interrompendo il lungo e tortuoso viaggio del protagonista. Omero riporta inoltre il fatidico canto delle sirene, di cui vediamo un estratto qui sotto:
«Vieni, celebre Odisseo, grande gloria degli Achei,
e ferma la nave, perché di noi due possa udire la voce.
Nessuno è mai passato di qui con la nera nave
senza ascoltare con la nostra bocca il suono di miele,
ma egli va dopo averne goduto e sapendo più cose»
altri testi antichi che citano le sirene
Secondo un racconto antico, le sirene, furiose del rifiuto di Ulisse, si suicidarono gettandosi in mare. Queste erano tre sorelle: Partenope, Leucosia e Ligea. La salma della prima arrivò fino a quella che sarebbe poi stata la città di Napoli. A lei vennero infatti dedicati i giochi annuali chiamati Lampadedromie. La seconda finì sul golfo di Poseidonia, motivo per cui un’isola nei pressi della città venne chiamata Punta Licosa. Ligea venne trovata invece a Terina, in Calabria, dove oggi vi è Lamezia Terme.
Omero non diede informazioni sull’aspetto di queste creature, dettagli che invece troviamo in testi antichi quali “Le Argonautiche”. Questo è l’unico poema di età ellenistica giunto fino ai nostri giorni, che tratta del viaggio di Gisone e degli argonauti per recuperare il Vello d’oro nella remota Colchide. Qui le sirene vennero descritte come simili a delle fanciulle ma con una parte del corpo di uccello.

il mito delle sirene nella teologia classica
Anche Platone fece riferimento più volte al mito delle sirene. Come nel “Cratilo”, dialogo in cui era trattato il problema del linguaggio ed in particolare della correttezza dei nomi. Uno dei protagonisti di questo dialogo fu proprio Socrate, il quale affermava che le sirene permettessero alle anime dei morti di permanere nel regno di Ade, il dio dei morti.
Non solo: Platone parlò delle creature anche nella “Repubblica”, opera filosofica scritta in forma di dialogo tra il 380 e il 370 avanti Cristo. Qui il filosofo racconta del figlio di Armeno che, dopo essere morto in battaglia, torna dal regno dei morti e racconta l’esperienza nell’aldilà. In particolare racconta proprio delle sirene, che il ragazzo rese coerenti con quelle omeriche nell’Odissea. Aggiunse inoltre che i loro canti, se ascoltati dalle persone in vita, potevano far risorgere ricordi di vite passate.
IL MITO DELLE SIRENE NEGLI ULTIMI SECOLI
Al giorno d’oggi le sirene sono spesso utilizzate come metafora, venendo associate alle molteplici tentazioni terrestri. Tentazioni di cui siamo circondati e che celano imminenti pericoli: il fumo, l’alcol, la droga, il gioco d’azzardo. Se ci pensiamo, quindi, il filo conduttore con l’epoca antica vi è eccome: queste figure rivestono di innocenza le tentazioni più pericolose, mettendo a dura prova la nostra perseveranza.
Le sirene sono anche associate all’energia femminile, al fascino del loro genere e al fatto che sia proprio questo a poter far perdere il lume della ragione a molti uomini. Possiamo quindi dire incarnino perfettamente due aspetti: la bellezza e la pericolosità, in questo caso strettamente collegate.
IL MITO DELLE SIRENE NEL RESTO DEL MONDO
Le sirene IN ASIA
In Cambogia e Thailandia, l’opera “Ramayana” che racconta le vicende della guerra tra Rama e Ravana con il suo esercito di scimmie, vede come personaggio Suvannamaccha. Quest’ultima è una principessa sirena che cerca con tutte le sue forze di rovinare il piano di Hanuman (costruire un ponte per Lanka), finendo però per innamorarsi di lui.
Vi sono poi le Ningyo, la “controparte” delle sirene in Giappone. Questi esseri sono descritti con un torso umano, una bocca di scimmia e una coda da pesce ricoperta di scaglie dorate. Analogamente alle sirene europee, anche le Ningyo hanno una voce dolce e incantevole, “paragonabile al suono di un flauto o al canto di una rondine”, come afferma la tradizione. La loro cattura da parte degli esseri umani ed in particolare dei marinai, porterebbe a sfortune e tempeste.
Le sirene sono note anche nella cultura filippina. Esse hanno l’aspetto pressoché identico alle sirene occidentali, ma sono spesso accompagnate dai Siyokoy, umanoidi dalla pelle verde con squame, arti palmati e pinne.
Le sirene in africa
In generale, nelle antiche credenze dei popoli africani vi erano molti spiriti acquatici. Questi erano metà pesci e metà umani, ma molti altri sembravano rettili, quali serpenti o coccodrilli. Nel 1500, le prime navi europee in arrivo si presentarono con molteplici statue di sirene sulle prue. Fu così che le leggende africane si intrecciarono a quelle europee.
Tra queste abbiamo Mami Wata o La Sirene, uno spirito dell’acqua venerato da molti stati africani del sud, centro e ovest, oltre che dalla diaspora africana in America. Il giorno dedicato alla venere è il 25 luglio. A questa creatura sono associati i serpenti, l’oro, le perle e i diamanti e il suo aspetto è paragonabile alle sirene della nostra cultura.
CINEMA, MUSICA, TELEVISIONE E MANGA sul mito delle sirene
Dall’oralità alla scrittura, dall’analogico al digitale, queste creature compaiono inoltre in molti cartoni, film, libri, serie tv e addirittura canzoni. A tutti noi verrà sicuramente in mente Ariel, sirenetta ribelle affascinata dalla vita umana ed innamorata del bel principe Eric.
O ancora “Mermaid Melody”, manga scritto da Michiko Yokote che ebbe molto successo in Italia. Le sette sirene protagoniste affrontavano e fronteggiavano minacce provenienti dal mondo oceanico oltre che avventurarsi in amori terreni.
Le sirene hanno un ruolo importante anche nei “Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare”, film del 2011 da oltre un miliardo di incassi. Qui la creatura pesciforme fece perdere la testa ad un missionario di bordo che, dopo averla catturata sotto ordine di Barbanera, se ne innamorò.
Oppure “H2O”, serie tv che spopolò tra le adolescenti degli anni 2000, che vede come protagoniste tre ragazze con un segreto in comune: trasformarsi in sirene una volta entrate a contatto con l’acqua.
Ci sono poi molti libri, tra cui “Sirene” di Tricia Rayburn, “Il bacio della sirena” di Tera Lynn Childs o “Sirene – La seduzione dall’antichità ad oggi”. In quest’ultimo libro Elisabetta Moro cerca di compiere una sorta di genesi della figura mitologica, partendo dalle descrizioni omeriche fino ad arrivare ad oggi.
Una celebre canzone è invece quella di De Gregori, intitolata “il canto delle sirene”. L’artista utilizza la metafora delle sirene per incentivare gli uomini a mettersi in mare, ovvero a sfidare la miseria. Questa canzone possiamo anche considerarla come un buon auspicio a rifondare una civiltà, le cui basi però siano totalmente diverse dalla precedente, tristemente caratterizzata dalla solitudine e paura dell’ignoto.
I casi di AVVISTAMENTo delle sirene
Il primo uomo a dichiarare di aver visto delle sirene fu Cristoforo Colombo, nel 1493. L’esploratore raccontò di come queste creature pesciformi saltarono fuori dall’acqua improvvisamente. Aggiunse anche il fatto che in realtà non fossero belle come si raccontava, in quanto presentavano tratti maschili.
Il secondo uomo che affermò di averle viste fu Henry Hudson. Era il 1608 quando i membri del suo equipaggio riferirono a gran voce di aver avvistato una sirena. Vi furono però pareri contrastanti riguardo il mare: alcuni affermarono il fatto che l’apparizione fosse avvenuta nell’Oceano Artico, altri nel Mare di Norvegia e altri ancora nel Mare di Barents. I marinai la descrissero come una donna dal seno scoperto, con la carnagione molto chiara e i capelli neri.
Vi furono poi due avvistamenti in Canada, nei pressi di Vancouver e Victoria. Il primo avvenne verso il 1880, il secondo quasi un secolo dopo.
Discorso analogo al Canada avvenne anche in Pennsylvania. Qui, nel 1881, un pescatore raccontò di aver visto una sirena nel fiume Susquehanna, per ben 5 volte.
Bizzarro fu invece quello che accadde in Israele nel 2008: il portavoce del consiglio comunale di Kiryat Gat, dichiarò pubblicamente che chiunque avesse portato prove concrete inerenti l’esistenza degli ibridi, avrebbe ricevuto ben 1 milione di dollari di ricompensa. Inutile dire che questi soldi non furono mai dati e che la dichiarazione si rivelò essere in realtà una mossa azzardata (ma funzionale) per incentivare il turismo del posto.
I CHIARIMENTI DEGLI SCIENZIATI E IL PARADOSSO DELLE SIRENE
Anche questa volta, però, gli scienziati parlano chiaro: non vi è alcuna prova dell’esistenza delle sirene. Una delle ipotesi è quindi quella che i marinai, specialmente quelli dell’epoca (non dotati di strumenti tecnologici e non aventi una conoscenza approfondita sulle specie che abitavano gli oceani), scambiassero i dugonghi o i lamantini per corpi femminili, metà pesci.
C’è inoltre un paradosso che accompagna questi magici esseri: le sirene sono quasi sempre raffigurate come donne affascinanti e attraenti, ma esse sono prive dell’organo riproduttivo femminile. Sarebbe quindi del tutto insensata la rappresentazione dell’ombelico e del seno, in quanto queste creature non avrebbero motivazioni evolutive e pratiche nell’atto della riproduzione.
Che siano esistite, che esistano o che siano state sempre e solo frutto di leggende per alimentarne il mito, le sirene hanno avuto e continuano ad avere un ruolo importante nell’immaginario collettivo. E ad oggi, questa, pare essere l’unica cosa certa.