Mario Bozzi Sentieri, sul sito web Barbadillo, pubblica una interessante analisi relativa all’Atlante della cultura di Antoine Pecqueur, giornalista transalpino che ha raccontato le strategie culturali di vari Paesi del mondo. Partendo da quella definizione ignota a Saingoleni (il ministro anglofono Cingolani) che è “soft power”. In pratica tutto il mondo, con l’eccezione del governo di Sua Divinità Mario Draghi, ha compreso che la cultura è fondamentale per la politica e per l’economia. E che è ancor più fondamentale una cultura propria, non quella dei colonizzatori americani.
Così, in una rapida carrellata, Bozzi Sentieri cita la Corea del Sud che ha investito moltissimo sulla musica come traino per le esportazioni delle proprie tecnologie; l’India, che utilizza lo yoga come elemento caratterizzante della maggioranza indù e che punta sul cinema; la Nigeria, produttrice di pellicole cinematografiche che spopolano in Africa; il Marocco che investe nel teatro; i Paesi di Visegrad che sono quelli, in Europa, con i maggiori investimenti nella cultura nazionale in rapporto al Pil.
Ma gli esempi potrebbero continuare. Escludendo ovviamente l’Italia dove Saingoleni vorrebbe ridurre ulteriormente gli studi umanistici per rafforzare esclusivamente quelli tecnici. In modo da offrire al mondo manodopera da esportazione a basso costo. Un’Italia che odia il soft power perché ha già la cultura americana da promuovere. Mediaset e Rai copiano i format, trasmettono film e telefilm in arrivo da Oltreoceano, in radio la musica è quella nordamericana.
Il resto del mondo reagisce agli imbecilli della cancel culture, sostenendo le proprie radici culturali, mentre l’Italia si entusiasma per l’idiozia yankee e sogna di abbattere statue, di censurare Dante, di vietare altri autori della Vecchia Europa. Il governo dei Migliori è felice quando vede una gioventù italiota, autoctona o di importazione, girare a vuoto per le città con pantaloni alle caviglie e cuffiette sulle orecchie per rimbecillirsi con qualche rapper americano. Più diventano stupidi e meno problemi creano agli oligarchi.
Perchè mentre i ragazzotti sciamano istupiditi sui monopattini, gli oligarchi si ritrovano alla Scala ad applaudire Mattarella invitandolo a restare al Quirinale. Perché la presidenza della repubblica è cosa esclusivamente loro, degli oligarchi. E se loro applaudono, il Paese deve adeguarsi. In cambio offriranno all’Italia una nuova serie di Netflix.