Mentre leggevo la storia di Kemal e Fǖsun mi sono interrogata più volte, come donna, riguardo a Kemal.
Kemal e la sua ossessione ostinata, cieca, totalmente assorbente.
La sua passione trasformata in una ricerca spasmodica dell’altro da sé, alimentata e sostenuta dal ricordo e da quell’atto consolatorio, così dolce e infantile, di appropriarsi del mondo portandolo in bocca, lasciando al sapore il compito di lenire la sofferenza.
Kemal e la costruzione, mattone dopo mattone, di una realtà parallela che prende spazio nella sua mente fino a pervaderla e a scalzare la vecchia e obsoleta realtà dalla quale egli non può che prendere irrimediabilmente le distanze.
Solo nel tempo ho compreso come il desiderio e la ricerca di Fǖsun incarnassero per Kemal la Vita, separandola dal fantasma della vita, ovvero continuare ad esserci in assenza dell’oggetto d’amore, e come lui sia potuto crescere accanto a questo sentimento al punto da non poter più disciogliersi, né riconoscere un se stesso privo dell’anelito costante verso il cuore di Fǖsun.
Kemal ama Fǖsun, una specie di assioma da cui discende tutto il resto e che sottrae miracolosamente l’esistenza dal vuoto di senso.
Una rete a maglie strette, sospesa tra lui e l’abisso del nulla.
Credo che per Kemal questa fosse la vera felicità, dedicare la propria vita a Fǖsun, e metterla in salvo dal non senso di una vita senza amore, stare accanto al pensiero di lei, al suo corpo ancorché appartenente ad un altro, ricordarla e celebrarla dopo il tragico incidente, fino all’estremo tentativo di renderla eterna.
Kemal racconta di sé, di Fǖsun, della sua relazione con Fǖsun.
Apparentemente sembra che il lettore possa abbracciare solo un’unica visione della storia raccontata, la sua.
Ma ciò non accade perché Fǖsun prende vita dietro le parole, la ricerca ossessiva, i gesti d’amore delusi ed elusi.
L’anima di Fǖsun incontra quella del lettore anche quando Kemal vorrebbe dirci di lei e portarci a sposare il suo sentire, farlo nostro, perché Fǖsun sia sempre e solo la “sua” Fǖsun.
Che cosa dovrebbe possedere l’amore per infiammare l’amore e non alimentare odio come è accaduto a Fǖsun? Odio e rancore al punto da indurla al tentativo di mettere fine ad entrambe le vite, la propria per la disperazione di aver rinunciato ad un sogno di celebrità, e quella di Kemal, a causa della rabbia immensa che imperversava nelle lande del suo cuore.
Il gesto finale, nella sua sconcertante imprevedibilità, permette a Kemal di continuare a perpetrare la sua offerta d’amore fino alla fine dei propri giorni, e, nel contempo, consente a Fǖsun di liberarsi dalla propria sofferenza, ma anche dal controllo esercitato da Kemal sulla sua vita, rivendicando la propria assoluta, insopprimibile, sete di libertà.
E allora il lettore può vedere la bellissima Fǖsun prendere forma e spessore, oltre le lamiere contorte e il pallore della morte, per ritessere l’ordito della propria esistenza.