La ripresa italiana? Era qui, dietro l’angolo. L’avevo vista. Ma ora non si trova più. Strano, abbiamo un presidente del consiglio che è un fuoriclasse, con il governo dei Migliori, come sosteneva Silvio Berlusconi. E infatti tutto è cambiato. Siamo passati dai Dpcm del lìder minimo (buuuu, vergogna!) ai decreti legge di Sua Divinità (clap clap, evviva!). La sostanza non è cambiata, ma lo stile è tutt’altra cosa.
Peccato che quei buzzurri dei ristoratori non abbiano ancora imparato a vivere d’aria. Ma sarà mica colpa del governo se non hanno imparato. E non è colpa del ministro Speranza se questi giovani irresponsabili non si accontentano del sesso fai da te o di partite a pallone sui videogiochi. Sarà mica colpa di Sua Divinità se quei taccagni dei turisti non spediscono un sostanzioso bonifico agli hotel o alle agenzie di viaggio pur restando chiusi in casa: se stanno a casa non spendono, dunque avrebbero i soldi per pagare gli hotel non frequentati.

In realtà più che per la totale incapacità di Speranza bisognerebbe essere preoccupati per il piano di utilizzo dei soldi in arrivo dall’Europa. Non soltanto perché la supervisione è stata affidata ad una società privata estera. Oddio, qualche dubbio nasce. Però anche affidare l’individuazione dei progetti strategici alle segreterie dei partiti di governo non sarebbe stato molto tranquillizzante. Meno male che c’è un’opposizione irriducibile che ha chiesto che il piano sia redatto in italiano e non in inglese. E poi? Poi basta, una simile richieste è già frutto di uno sforzo intellettuale notevole.
Per il momento il governo dei Migliori pensa a nuove infrastrutture. Che indubbiamente, in Italia, sono insufficienti ed inadeguate. Ma che hanno un immenso vantaggio: a parità di lavori costano molto più di analoghe opere realizzate all’estero. E poi, con l’alibi dell’emergenza, si possono ignorare i vincoli ambientali, si possono distruggere altre coste, altre montagne, altre città. Però qualche nuovo edificio non richiede grandi inventive e consente margini consistenti.
Magari le nuove colate di cemento, con l’ulteriore consumo del suolo, non saranno proprio in linea con la svolta green, con le promesse di tono ambientalista. Pazienza. Nelle grandi opere possono inserirsi esponenti della criminalità organizzata. Ma va bene così, anche loro devono campare. E poi si crea un indotto di dimensioni da non trascurare: estortori, ricattatori, usurai, esperti nel recupero crediti, manovali della violenza. Un popolo di lavoratori che non hanno possibilità di ottenere ristori e, dunque, devono trovare il modo per tirare avanti.

Nei giorni scorsi qualcuno ha sottolineato come la ritrovata centralità del Mediterraneo avrebbe dovuto favorire il boom del porto merci di Gioia Tauro, a danno di Rotterdam. Ma diventa difficile far sviluppare un porto inserito in un contesto di criminalità diffusa, dove le assunzioni non seguono criteri meritocratici, dove ogni passo deve essere concordato con la criminalità organizzata. E dove lo Stato, tanto per cambiare, latita. L’importante è che estortori, rapinatori, usurai indossino la mascherina. Il resto non conta.
Se queste sono le premesse, però, diventa difficile illudersi su un grande piano strategico in grado di rilanciare l’Italia. E la svolta verde? Pianteranno qualche albero per nascondere i nuovi scempi al territorio, piazzeranno due pannelli fotovoltaici sul tetto di nuovi capannoni, organizzeranno una tavola rotonda virtuale per spiegare che la rivoluzione ambientale può attendere.