Giancarlo Giorgetti ha deciso: Matteo Salvini si siederà alla destra di Sua Divinità Draghi e, insieme, daranno vita al nuovo Rinascimento italiano. Al servizio dell’Alleanza Atlantica, ça va sans dire. Come si possa conciliare il male americano con qualsiasi forma di cultura italiana, possibilmente “alta”, non è dato sapere. Forse Salvini e Giorgetti pensano di sostituire il campanile di Giotto con una struttura a forma di bottiglia di coca cola. E il Duomo di Milano con un nuovo locale di McDonald’s.

Però la mossa di Giorgetti spiazza la sinistra ed il solito “con Salvini mai”. Resta ancora Travaglio, imbarazzato all’idea di un’ammucchiata sul Britannia con Giggino e Berlusconi. Forse Boldrini non accetterà di sedersi a fianco di chi vuole bloccare l’invasione. Oppure Salvini, nel suo nuovo ruolo di principe rinascimentale, fingerà di non vedere sbarchi ed Ong.
Nel frattempo occorre capire se Draghi darà vita ad un governo tecnico, oppure politico o magari misto. In ogni caso i nomi che continuano ad essere ipotizzati dai media chiariscono un primo aspetto: non sarà un esecutivo dei migliori. Perché diventa difficile credere ad un’aristocrazia del pensiero e delle competenze quando si riaffacciano personaggi che hanno già offerto pessime prove di sé in passato. Sia in veste di tecnici sia in versione politica.
D’altronde Sua Divinità Draghi i voti in parlamento deve ben ottenerli. E in qualche modo dovrà concedere qualche contentino di immagine ai suoi osannanti sostenitori.

Quanto al Rinascimento, il riferimento è stato scippato a Vittorio Sgarbi che, perlomeno, conosce la materia. Sarebbe già un miracolo se Sua Divinità riuscisse a frenare la caduta. Come sa perfettamente prima ancora di incontrare i corpi intermedi del Paese. Non ci sono mecenati, non ci sono Leonardo e Michelangelo, Botticelli e Raffaello, Machiavelli e Poliziano. Non c’è Lorenzo il magnifico e neppure un Della Casa che insegni il galateo.
Mica si può sognare un Rinascimento con Saviano e Achille Lauro, con Franceschini e Patuanelli, con Lucarelli e Signorini.