Ed ora il padrone di Washington sgrida i maggiordomi italiani perché non hanno violato le regole nella vicenda di Artem Uss, l’uomo d’affari russo che è fuggito dai domiciliari e se n’è tornato a casa. Ovviamente nessuna parola è stata sprecata dai chierici della disinformazione italiana per ricordare che gli Stati Uniti sono il Paese in cui è detenuto l’italiano Chico Forti dopo un processo “discutibile” solo per usare un eufemismo. Quel Chico Forti che doveva essere riconsegnato all’Italia ma gli accordi sono stati disattesi. Però gli Usa pretendevano la consegna di Uss.
Siamo alla logica di “io sono io e voi non siete un c…o”. D’altronde chi sceglie di fare il servo non può aspettarsi atteggiamenti diversi. E non può nemmeno ricordare al padrone che Uss era richiesto da Washington per aver osato vendere a russi e venezuelani prodotti che gli statunitensi avevano inserito tra quelli sotto sanzioni. Senza dimenticare che l’estradizione di Uss era stata richiesta dai russi prima che dagli americani ed il trasferimento in patria era stato accettato dall’uomo d’affari. Dunque l’Italia lo avrebbe dovuto consegnare a Mosca e non a Washington. Ma questo, per i padroni d’Oltreoceano, non è accettabile.
La consueta farsa, di infimo livello, in stile yankee. Perché sono proprio i giornali statunitensi a lamentarsi perché, nella realtà, solo una minima parte delle aziende nordamericane che facevano affari con Mosca hanno poi effettivamente abbandonato il mercato russo. Qualcuno ha cambiato il marchio utilizzato in Russia, altri vendono attraverso triangolazione. E non vale solo per le aziende americane. Anche gli europei si stanno comportando nel medesimo modo. Non tutti, certo. E infatti i russi lamentano la carenza di alcuni prodotti fondamentali: i profumi francesi di fascia alta. Indispensabili per proseguire la guerra.