La notizia non è, propriamente, una di quelle che fanno gran rumore. Appena una noterella sulle maggiori agenzie di stampa. Niente sui grandi quotidiani.
Un fatto semplice. Il ministro degli esteri russo deve recarsi negli States per partecipare ad una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Del quale la Russia è membro permanente, in quanto erede dell’URSS. Perché i seggi permanenti appartengono per diritto, dalle origini delle Nazioni Unite, alle potenze che hanno vinto la II Guerra Mondiale, cui, successivamente, si è aggiunta la Cina. Anche se – nota a margine – trovo divertente, e anche paradossale, che tra queste sia annoverata la Francia. Ma si sa… Parigi è sempre stata bravissima a venire sconfitta sul campo, e vincere, poi, a tavolino. Un retaggio del magistero di Talleyrand.

Comunque, quando un Ministro degli Esteri di un paese del calibro della Russia, si muove, non lo fa da solo, in classe turistica su un volo charter. Ha un seguito. Numeroso. Collaboratori, guardie del corpo, segretarie e… giornalisti. Ovvero rappresentanti della stampa russa, che devono raccontare nel loro paese il viaggio diplomatico. E dare conto dell’intervento di Lavrov nel Palazzo di Vetro… la normale prassi.
Solo che, questa volta, Washington non ha concesso ai giornalisti al seguito del ministro il visto per entrare negli States… perché il Palazzo di Vetro si trova a Manhattan. New York. E New York è negli Stati Uniti. Quindi, le autorità statunitensi si possono arrogare il diritto di proibire di raggiungere la sede dell’ONU a chiunque non sia di loro gradimento. Alla faccia della extraterritorialità del Palazzo di Vetro. Che formalmente non viene lesa. I giornalisti russi sono liberi di andarci. Però non possono atterrare in un aeroporto americano. Né transitare su una qualsiasi strada statunitense. Quindi ci vadano… con il teletrasporto di Star Trek.

Dispettucci, si dirà. Ai quali, presto, Mosca risponderà con qualche ritorsione. Probabilmente, secondo prassi, espellendo alcuni corrispondenti di testate americane.
Cosa volete che sia, a fronte della guerra in Ucraina? Inezie.
E invece è qualcosa di molto più importante. Perché rivela chiaramente come Washington consideri l’ONU. Un, per lo più inutile, baraccone al suo soldo. Che è poi la realtà da, pressoché, sempre. Da quando esiste.
Per lo meno, fino agli anni ’90, era una sorta di camera di decantazione per le tensioni fra le due super-potenze. USA e URSS. Ma da quando Washington si è convinta di essere l’unico egemone del mondo, il Palazzo di Vetro è diventato un inutile, dispendioso, e fragile scatolone.
E, ora, sta andando in pezzi. Infranto, con tutte le, ipocrite, utopie di uno Stato Mondiale capace di portare la pace nel mondo intero. Sorprese, e distrutte, dalla realtà.
Che è, come sempre, confronto e rapporto di forza. La pace solo una pausa. Una sospensione dell’agone. Per essere più chiari, una tregua fra due guerre. Che va trovata, e concordata, nel Concerto delle Potenze. Come diceva il vecchio Bismark. Che era un cinco realista. Ma un grande Statista.
Non un ipocrita.