Mi scuso anticipatamente, soprattutto con, eventuali, signore che dovessero leggere questo pezzo. L’argomento è scabroso e, sopratutto, poco elegante. Ma tutta la stampa mondiale, da un po’ di giorni, non fa che parlarne. Quindi…
Dunque….durante il COP 26 di Glasgow è avvenuto quello che non si può non definire un increscioso incidente. Il COP 26, per inciso, è il vertice mondiale che si tiene, periodicamente, da circa tre decenni sul tema del Cambiamento climatico.
Naturalmente sotto egida dell’ONU. E sulla cui utilità lascio giudicare voi, visto, appunto, che da trentanni e passa viene convocato. Con l’unico risultato di inquinare ulteriormente i cieli con i jet privati dei convegnisti illustri. E di gettare al vento una barca di quattrini. Ma L’ONU deve pure giustificare in qualche modo la sua, onerosa, esistenza…
Comunque, quest’anno si è tenuto a Glasgow. E la vicinanza col G20 di Roma – dove , dicono, ci si sia occupati proprio del problema climatico – lo ha reso particolarmente rilevante. E osservato dai Media internazionali. Che, in genere, tendono per lo più ad ignorarne l’inutile esistenza…
Al vertice partecipava Joe Biden. Con la vivacità che gli è consueta. Infatti è stato immortalato mentre, durante qualche dotto intervento, ronfava beatamente, probabilmente sognando un mondo trasformato in novello Eden, dove danzare a piedi nudi sui prati. Insieme alla giovane Greta Thumberg.
Fino a qui niente di nuovo. L’ottimo Joe ci ha ormai abituato ai suoi pisolini, inciampi, gaffe… ed è per tutti di gran conforto sapere che, con la sua salda mano, regge il timone della massima potenza mondiale. Nonché chiavi e codici della, famosa, “valigetta nera”.
Però, a Glasgow, sarebbe accaduto un fatto nuovo. Di cui si mormora e si scrive.
Mentre si trovava in compagnia del premier britannico Boris Johnson, del Principe Carlo e della di lui consorte Camilla, impegnato certo a discutere delle sorti del mondo e del futuro degli ornitorinchi, il Presidente Biden avrebbe…sganciato un sonoro peto. Quanto odoroso non è dato sapere, anche perché, sicuramente, tutti indossavano le mascherine protettive cui il nostro sembra devoto affezionato. Ma sonoro di sicuro. Visto che Lady Camilla sembra esserne restata, letteralmente, shoccata. Tanto da parlarne, poi, in numerose occasioni.
Ora, può succedere. L’età, una alimentazione pesante ed eccessiva, la stanchezza… Tuttavia bisogna ammettere che lo scandalo della moglie del principe Carlo, abituata al rigido protocollo di Casa Windsor, ha anch’esso le sue buone ragioni. Si sarà sentita, sicuramente, precipitare in un abisso di degrado e di volgarità cui, certo, non era preparata. Roba da Commedie all’italiana di quarto ordine degli anni ’70. Roba degna di Alvaro Vitali, nel ruolo di Pierino. Ci mancava solo che l’ ineffabile Joe sfidasse Boris e Charles ad una gara di peti, come quelle un tempo in voga tra i collegiali… O che suonasse “God save the Queen” facendo il verso ad Ugo Tognazzi nel suo film più giustamente dimenticato “Il petomane”. Per altro storia ispirata alla figura reale di Joseph Pujol che, ai primi del ‘900, colse allori esibendosi in un cabaret di Parigi. E suonando le musiche più diverse con la contrazione dello sfintere. Mentre i suoi cinque figli gli facevano da accompagnamento con strumenti più tradizionali. Per la cronaca, il film era di Pasquale Festa Campanile. Anch’egli non al massimo della sua parabola creativa. E suscitò lo sdegno e la riprovazione delle persone di buon gusto…
A questo punto qualcuno si chiederà che senso abbia questo mio articoletto… Nessuno. Perché, al di là di ogni, ulteriore e inutile, osservazione sulla consistenza politica dell’attuale Presidente degli Stati Uniti, parlare di queste cose è solo…fuffa. O meglio una cortina di nebbia alzata per nascondere ben altre vergogne. Ben altro di cui i cosiddetti “padroni del mondo” dovrebbero vergognarsi. Cosucce tipo la coercizione delle libertà dei popoli e degli individui. Lo sfruttamento del lavoro e la revoca di ogni diritto in nome di una, cosiddetta, emergenza sanitaria. La corruzione dilagante. La disinformazione sistematica… Altro che il peto di Joe. Quella rischia di essere l’unica voce sincera udita risuonare in questi consessi internazionali.