A chi la cultura? A loro! In Regione Piemonte occorre individuare un nuovo responsabile del settore culturale, visto che l’attuale direttrice andrà meritatamente in pensione. Un centrodestra almeno decente vedrebbe una lotta all’ultimo sangue tra i partiti della coalizione di governo locale per accaparrarsi una poltrona strategica. Perché la cultura dovrebbe essere il settore in grado di caratterizzare l’intera politica della maggioranza. Dovrebbe rappresentare la visione del mondo o, perlomeno, la visione di una regione, di un territorio.

Invece niente. Perché, nella migliore delle ipotesi, il futuro della cultura subalpina sarà al servizio del turismo. Non in sinergia, ma semplicemente al servizio. E sarebbe già un passo avanti. Ma il problema sarà rappresentato anche dall’individuazione della persona giusta. Perché i partiti non si stanno scontrando sul curriculum delle possibili candidature, scegliendo tra docenti universitari, scrittori e scrittrici di saggi imperdibili, filosofi e musicisti, pittrici e scultori. Macché. Il confronto sarà tra chi vanta utili legami famigliari e chi cerca un posto dove lavorare meno.
L’importante sarà realizzare gemellaggi che assicurino viaggi in località esotiche, incontri enogastronomici, evitando noiosissime pratiche burocratiche con Bruxelles. D’altronde non è che sino ad ora le iniziative culturali della Regione abbiano lasciato il segno. E non soltanto per le conseguenze della pessima gestione della pandemia. Assenti le idee, i progetti, le iniziative. Il Piemonte non è protagonista di una nuova stagione culturale, neppure in uno scenario nazionale di estrema modestia.