La brasiliana Dilma Rousseff ha assunto la presidenza della Nuova Banca di Sviluppo – ossia la “Banca dei Brics” ed ha subito annunciato che l’alleanza tra Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica si ampliare in tempi brevi. I primi ingressi dovrebbero riguardare Algeria, Argentina ed Iran. Ma tra i Paesi che vogliono aderire figurano anche Arabia Saudita, Indonesia, Turchia, Egitto, Nigeria e Messico. A proposito di quest’ultimo è da segnalare che nei giorni scorsi si è detto disponibile ad utilizzare le carte di pagamento del sistema russo Mir, tanto per chiarire il rifiuto di sottostare alle imposizioni di Washington anche per gli aspetti finanziari.
Con i nuovi ingressi già previsti per quest’anno e con gli altri comunque già annunciati, il mondo Brics arriverà a rappresentare più del 50% del PIL mondiale ben prima del 2030, come previsto in precedenza. Già ora, senza i nuovi ingressi, i 5 Paesi aderenti hanno superato – con il 31,5% del PIL mondiale a parità di potere d’acquisto – la quota dei Paesi del G7, scesa al 30%. E con la grande crescita italiana annunciata da lady Garbatella – intorno all’1% per quest’anno e poco più per il 2024, dunque nettamente inferiore alla crescita del PIL mondiale – la flessione del G7 diventerà sempre più evidente.
Diventa, dunque, abbastanza ridicola la faccia feroce di Ursula von der Leyen e, ora, della tedesca Anna Baerbock, negli incontri con Xi Jinping. È vero che Pechino soffre per ogni centesimo a cui deve rinunciare per il rallentamento dell’economia globale e per l’impoverimento degli europei a causa delle imposizioni statunitensi e del servilismo dei maggiordomi del Vecchio Continente, ma la Cina sta lavorando per far crescere nuovi mercati da inondare con i propri prodotti.
Mentre le alternative a disposizione dei maggiordomi europei si riducono progressivamente. Ed i vari piani europei per l’Africa sono utili per organizzare convegni seguiti da lauti buffet. Nel frattempo Pechino investe in Africa soldi veri e Mosca manda armi e soldati. L’Italia, in compenso, si inventa nuovi provvedimenti di emergenza per contrastare i clandestini. Con gli stessi miracolosi effetti del famoso blocco navale promesso in campagna elettorale.