Un silenzio equivoco e imbarazzante della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, fanno notare il prof. Pasquale Bacco e il giudice Angelo Giorgianni nel saggio “Strage di Stato”, con la prefazione del noto Procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri.
Questa assenza è stata particolarmente sentita: mai nessun intervento su mirati protocolli delle cure domiciliari, né qualche iniziativa di protesta per la carenza dei medici ospedalieri, né una minima osservazione e riserva sulla telemedicina e, di conseguenza, sulla mancanza delle visite fisiche ai pazienti, né sul “consiglio” – in piena emergenza infettiva – di non effettuare autopsie.
Niente di niente, da parte della categoria. Neppure, fatto gravissimo, di fronte a comportamenti illeciti come la chiusura attiva degli ambulatori e l’autolimitazione alle ricette: <<Ricordiamo che prima della COVID, per i medici che non visitavano i pazienti, limitandosi a prescrivere dei farmaci, si palesava il reato di rifiuto di atti di ufficio>>.
Gli Ordini rispondono che non si occupano di politica, però applicano con umile e servile ubbidienza le dispositive di quattro cialtroni che riconoscono di avere mentito sui dati, di aver taroccato le statistiche, di essere stati confusi sui risultati, di essere stati sviati dalle proiezioni: una gestione diretta da un fallimentare Speranza che dovrebbe essere ai domiciliari, non in quarantena, ma agli arresti.
Mentre tutto ciò è all’evidenza della verità e di certa libera magistratura, c’è chi si indigna e fa del sarcasmo.
Come una tale specializzanda Anna Piccin, la quale si lamenta che tra i punturandi “c’è chi insiste per scegliere il tipo di vaccino come se fossimo al supermercato”. Ma siamo al supermercato, giovane camice bianco del sistema, dove le case farmaceutiche si sono scatenate in una pubblicità ingannevole e in una concorrenza sleale, e dove, per altro, la merce non è stata conservata bene, visto che si pretendeva una temperatura glaciale con scorta poliziesca e poi somministrata a trenta gradi all’ombra in tende da campeggio.
O come il Direttore Generale Antonio Poggiana, che rompe il silenzio assordante dei medici denunciato dai magistrati per parlare di “follia collettiva del periodo” per stigmatizzare quelli che non si vogliono vaccinare ma si mettono in fila, magari accompagnati da “legali compiacenti” e facendo domande capziose. Esimio Direttore, è il caso di chiarire alcuni punti: 1. Le persone stanno subendo un vergognoso ricatto: “se non ti vaccini non lavori”, non dissimile dal “se non paghi il pizzo ti chiudiamo la bottega”: – comportamento che si chiama estorsione.
2. Forse che le domande sono capziose per Lei, ma uno che fa da cavia ad un farmaco sperimentale ha qualche diritto di chiedere informazioni, visto che i tromboni delle aziendalizzazioni sanitarie, i quali hanno basato le loro carriere sulla retorica della “centralità della persona”, poi trattano i cittadini come un beagle e un macaco rhesus: due vergogne per gli animali e gli uomini. 3. È diffamante parlare di “avvocati compiacenti” (passerò la definizione ai miei legali per eventuali ipotesi di reato), perché la funzione legale è la difesa di chi si sente danneggiato, e forse i compiacenti sono da ricercare in altre categorie professionali.
Di fronte ad uno Stato che è stata una fake news, ad un terrorismo dell’informazione, ad una manipolazione di massa, ad un terrorismo sanitario, i critici e i dissidenti sono la parte pensante e cosciente della popolazione, ma si sa – come canta Guccini – che “per chi non è abituato, pensare e sconsigliato”.