Un povero sfigato in cerca di visibilità, per far sapere che è andato in vacanza in Francia non ha ammorbato gli amici con le solite foto ma ha rilanciato le definizioni transalpine sull’arco repubblicano. Evoluzione del vecchio arco costituzionale italiano. Erano sicuramente preferibili le foto con la Tour Eiffel sullo sfondo. Ma lo sfigato è assurto non si sa come ai vertici del Pd e Giorgia Meloni ha considerato le dichiarazioni come un tentativo di far sciogliere “il primo partito italiano”.
Visti i risultati elettorali nelle grandi città si potrebbe dubitare dei sondaggi che indicano Fdi come primo partito, ma è un aspetto marginale. Come è in fondo marginale anche il tentativo di eliminare la destra per decreto o per un intervento della magistratura. À la guerre comme à la guerre, tanto per restare Oltralpe. Ciò che non è marginale è che “il primo partito italiano” non abbia – per proprie responsabilità – la capacità e la possibilità di contrastare la marea montante di odio e di falsità.
Mario Bortoluzzi, protagonista della “destra musicale” negli anni di piombo con La Compagnia dell’Anello, ha postato sui social un vecchio brano degli Amici del Vento, “Trama nera”. Sono trascorsi più di 40 anni ma non è cambiato nulla. Nei giornali e nei tg si fa carriera inventando trame nere, pericoli fascisti, attentati e qualsiasi nefandezza. “A Milano è mancata la luce perché uno sconosciuto ha gridato viva il Duce e se le galline non fanno più l’uovo è certo stato un colpo di Ordine Nuovo”. Hanno sciolto Ordine Nuovo ed ora le galline non fanno più le uova per colpa di Forza Nuova.
Quarant’anni che per gli inventori di trame nere sono trascorsi invano. Sempre i soliti questurini infiltrati, sempre le stesse dichiarazioni dei politici – questa volta, però, onore a Mattarella che ha riconosciuto l’inesistenza di un pericolo nero – sempre le solite manifestazioni contro la minaccia di un ritorno di Brenno o di Alessandro Magno. E, quarant’anni dopo, la destra è ancor meno capace di replicare al di là del piagnisteo gentilmente trasmesso da qualche tg.
Perché all’interno del grande raccordo anulare di Roma non hanno ancora capito a cos’altro possano servire i giornali oltre a garantire uno stipendio a politici trombati o giovani speranze in attesa del balzo verso il parlamento. I soldi della Fondazione Alleanza Nazionale mica si possono investire per fare controinformazione, per far crescere una classe dirigente decorosa, per analizzare problemi attuali e prospettive future senza farsi dettare il programma dall’ufficio studi di Confindustria.
E così “il primo partito italiano” si ritrova isolato, sotto assedio, costretto alla difensiva nel momento in cui servirebbe un’offensiva basata sui contenuti. È vero che sino a quando i contenuti sono quelli raccontati in tv dal maggiordomo di Bonomi, è meglio se non vengono divulgati. Ma come si può pretendere di governare un Paese quando non si è capaci neppure di contrastare le menzogne quotidiane dei media? Quando gli attacchi più squallidi arrivano dal principale tg di Berlusconi? E senza che, dal grande raccordo anulare, si alzi una sola voce per protestare contro il gioco sporco del leader di Forza Italia.
1 commento
Perfetto articolo con affondo finale ai viscidi come TAJANI e brunetta.