Chi non è più giovanissimo certamente ricorderà il Quartetto Cetra, presenza irrinunciabile nelle trasmissioni televisive della RAI degli anni Sessanta. E certamente saprà che l’ensamble vocale composto da Lucia Mannucci, Virgilio Savona, Tata Giacobetti e Felice Chiusano venivano da una lunga carriera precedente che li aveva visti presenti prima all’EIAR, e poi alla RAI radiofonica.

In effetti le prime incisioni risalgono al 1941, quando il gruppo era composto da quattro voci maschili, Savona, Giacobetti, oltre a Enrico Gentile, presto sostituito da Chiusano, e da Enrico De Angelis. Quando quest’ultimo se ne andò, Lucia Mannucci, che già aveva lavorato come solista e si aggregava spesso al quartetto, si propose di sostituirlo. Dal momento che Lucia e Virgilio Savona si erano sposati qualche tempo prima, la proposta venne accettata di buon grado. Nacque così la formazione che per anni ha spopolato alla radio e sui primi rudimentali giradischi che comparivano nelle case italiane del secondo dopoguerra.

A distanza di ottant’anni dalla prima incisione, un settantotto giri con le canzoni L’Arca di Noè e Il Visconte di Castefonbrone inciso nel novembre del 1941, Carlo Savona, figlio di Lucia e di Virgilio, ha curato un monumentale cofanetto di ben 10 CD, che raccoglie tutte le incisioni del periodo Fonit Cetra, fino al 1958. Si tratta di ben 228 canzoni, rimasterizzate in modo ottimo, che ripercorrono gli anni della guerra, ma soprattutto quelli successivi. Un’epoca in cui la gente voleva più di ogni altra cosa lasciarsi alle spalle le sofferenze, gli orrori e paure del periodo bellico, e lo faceva anche ascoltando e canticchiando melodie facili con testi spensierati.
Ma quelle melodie, riascoltate oggi, risultano tutt’altro che banali. Anzi ci restituiscono un periodo in cui grandi musicisti e grandi orchestre ripercorrevano i sentieri tracciati dallo swing e dal jazz che proveniva da oltreoceano, adattandoli alla tradizione melodica nostrana.
Quel che ne risulta è una sorprendente galleria di canzoni che denotano inventiva, originalità, ritmo, fantasia, tecnica, ben coniugati con la leggerezza indispensabile perché quella musica arrivasse direttamente alle orecchie e al cuore di un vasto pubblico.
Eppure i riferimenti contenuti in molte di quelle tracce erano di tipo colto, il che non metteva affatto in pericolo l’immediatezza dei contenuti. Basterà riascoltare “Il vecchio palco della scala” con le sue citazioni legate al melodramma, o “Se il Jazz fosse nato a Roma” che contiene una galleria di personaggi famosissimi del cinema e del teatro degli anni cinquanta nonché un collage di refrain tratti dalla tradizione popolare . Ma gli esempi potrebbero essere tantissimi.

Insomma, oltre ai motivi più noti, “l’intento di questa raccolta – ci ha detto Carlo Savona – è quello di offrire nuovamente all’ascolto anche quelle canzoni che, dell’enorme repertorio del gruppo, hanno avuto minor fortuna e non hanno mai avuto, dopo le prime incisioni su disco, una riproposta su CD o, se vogliamo, in digitale, sottraendole così ad un inevitabile oblio”.

Ma visto che l’attività del Quartetto Cetra è proseguita anche oltre il 1958, abbiamo chiesto al curatore se sia previsto un secondo cofanetto. E la risposta è stata: “Per questo cofanetto musicale, inevitabilmente limitato agli anni Fonit Cetra (etichette da tempo acquisite da Warner Music Italy), ho avuto la fortuna di trovare, in Warner, interesse, disponibilità e totale collaborazione. Il resto del repertorio discografico del Quartetto Cetra è di proprietà di Sony, Universal, Carosello (Ed. Curci) e qualche altro. Non sarà facile proseguire ma ci proveremo”.