Il mondo dell’editoria, nostrana e non solo, è affetto da un male incurabile: oggi tutti sono convinti, qualsiasi sia il loro ramo di competenza, specializzazione e lavoro, di saper scrivere e, soprattutto, avere qualcosa da raccontare. E’ in questo filone che vanno annoverate le tante autopubblicazioni che finiscono poi per ingombrare qualche garage di scatoloni di volumi che se non comprati, o spesso regalati, a parenti e amici finiscono solo con l’accumulare polvere in un angolo buio.
Alcune grandi firme mostrano, invece, la propria versatilità nei generi di scrittura più disparati riscoprendone, talvolta, qualcuno che sembrava caduto in disuso e che si mostra lo strumento adatto per descrivere al meglio un preciso momento. E’ il caso di Gennaro Malgieri e del suo “Sotto il segno del pipistrello. Dentro la pandemia. Un diario (gennaio-maggio 2020)” edito da Fergen per la collana XXI secolo, la cui forma stilistica rimanda indietro nel tempo pur trattando un fenomeno che è ancor oggi parte integrante del nostro presente.
L’agile libro di Malgieri, poco meno di 200 pagine, si legge tutto d’un fiato scorrendo e ripercorrendo le vicissitudini che hanno accomunato ognuno di noi in questo a dir poco strano 2020. A fare da protagonista sullo sfondo delle giornate che si susseguono è il pipistrello, non in forma di supereroe stavolta ma bensì di portatore di malattia, quel Covid-19 che ha provocato la scomparsa di parenti, amici, vicini e ci ha costretti ad una lunga e forzata reclusione nelle nostre abitazioni, forse perfino tardiva per limitarne i danni.
Dagli appunti che giorno per giorno si susseguono annotati dall’autore emergono ritratti di vita quotidiana, lo sguardo alle piantine sul terrazzo che provano a resistere all’inverno, le colpe di una classe politica incapace di amministrare e prendere decisioni anche per via delle continue contraddizioni espresse dagli “esperti”, senza alcuna eccezione tra i presidenti della sfera anglo-sassone, quelli dell’Europa continentale e del resto del mondo, e le tematiche che affliggono l’umanità.
L’oppio dei popoli del nuovo millennio si conferma il calcio intorno al quale si è discusso a lungo prima sullo stop e poi sulla ripresa di campionati nazionali e coppe continentali mentre le condizioni economiche disperate di una larga fetta della popolazione mondiale che, priva di risparmi e impossibilitata a lavorare dalle misure di contenimento, allargava la forbice di uno spettro atroce: quello della fame. Tematiche che, come scrive Malgieri, hanno visto prevalere l’economia e la produzione sulla salute in nome di un neoliberismo che ha reso insostenibile la globalizzazione “da quando il cibo ha smesso di essere fattore di nutrimento e si è trasformato in merce.”
Un libro che apre a tantissime domande che, però, siamo certi chi di dovere non si farà perché consapevole di non poterne offrire ai cittadini le risposte, una lettura doverosa e piacevole che non fa sconti a nessuno.