“Scusami papà” appoggio il libro e lo guardo. Quando mi chiama papà – cosa rara, in genere usa papo, papi, o semplicemente oh tu… Ha quindici anni ormai – non so mai cosa mi aspetti…
“Ma adesso, che ha finito, che fa?”
Chi?
“Lui, Babbo Natale, intendo. È passato, ha fatto il giro del Mondo in una notte. E adesso? Che fa fino al prossimo anno?”
Qui è necessario fare una precisazione. Mio figlio sa benissimo, e non dall’altro ieri, che i regali sotto l’albero, il 24 Dicembre, li metto io. Anzi, quest’anno mi ha pure aiutato a fare i pacchetti. Perché dice che sono un castrone. Lui, in effetti, è molto più preciso. Nato nel segno della Vergine…e non aggiungo altro.
A togliergli la fantasia sono stati, come sempre avviene, i compagni di scuola. Più smaliziati. E anche qualche adulto che avrebbe fatto meglio a tacere.
Lui ha capito e, all’inizio, si è arrabbiato. Molto. Perché, diceva che lo avevo imbrogliato…
Allora gli ho fatto un discorso. Più o meno questo…
Vedi, i regali, è vero, li porto io. Però questo non significa che Babbo Natale non esista. Esiste, non in questa realtà, certo. Ma esiste. Perché non vi è una sola realtà. Non vi è un solo mondo, ovvero questo, che possiamo vedere con gli occhi, e toccare con le mani. Ed è per questo che lo chiamiamo “mondo sensibile”. Noi non siamo, però, solo le nostre sensazioni fisiche. Siamo tante altre cose. I nostri pensieri, i nostri sentimenti. La nostra immaginazione. E con questi entriamo in altri mondi. Anche se, in genere, non ce ne rendiamo conto. Se non da bambini. Però, crescendo, tendiamo a sopprimere la nostra immaginazione. Non le diamo più fiducia. Non le crediamo più. E allora quegli altri mondi, e le figure che da questi provengono, tendono a svanire. Li dimentichiamo. Ma questo comporta che la nostra Vita divenga più triste. Grigia. E che noi alla fin fine, si sia infelici. E più poveri interiormente.
Ecco, Babbo Natale è un essere del mondo dell’immaginazione. Un essere… magico. Che, una volta all’anno, entra nel nostro mondo. Perché la Notte di Natale è una notte di magia. In cui i diversi mondi si toccano. Coincidono fra loro, come se si aprissero le porte che, normalmente, li tengono separati. E lui, Babbo Natale, ti porta davvero un grande dono. La capacità di sognare. La fantasia. Quelli che io metto sotto l’albero sono solo un simbolo. Il vero dono di questa Notte è il suo. Ma, per riceverlo, devi crederci. Come quando eri piccolo. Altrimenti lui non verrà più. E tu perderai la fantasia..
Bèh, all’inizio mi guardò perplesso. Con quell’aria sospettosa che ha sempre. Poi, però, ha cominciato a dimostrarmi che aveva capito. Senza mai dire che avevo ragione. Per carità …non sarebbe stato lui. E adesso, però, questa domanda: cosa fa Babbo Natale dopo Natale? Per i restanti 364 giorni….
Cosa fa? L’iconografia, che deve molto alla Disney, vuole che resti nelle sue dimore polari. Supervisionando il lavoro degli elfi, che costruiscono i giocattoli. Qualcuno gli attribuisce una moglie, la Signora Natale. Qualcuno si è spinto a dire che passa un periodo di vacanza in Australia. Al caldo. E giocando a golf con il Coniglietto Pasquale….
Però, parliamoci chiaro…mica posso dargli una risposta di questo tipo. Penserebbe che lo tratto da scemo. O, più probabilmente, che sono scemo io…
E allora…
Vedi, Babbo Natale ha a che fare con il Tempo. Ma non con il nostro tempo, quello di tutti i giorni. Per lui le ore, i mesi, non scorrono veloci come per noi. Non fuggono via. Lui si trova sul piano dove è sempre…il presente. Non vi è passato, e non vi è futuro. Per questo può visitare tutte le case del mondo in quella che, per noi, è solo una notte. Breve come tutte le notti. Ma per lui è una Notte senza fine. Per lui è sempre, perennemente, la… Notte di Natale.
Per cui non va in vacanza. Non ha bisogno di riposare. Il fatto che si racconti che abbia Casa al Polo Nord… vuol dire che dimora in un altrove dove non vi è che un… perenne Natale…
Mi guarda.
“Figo! Ci ho capito poco… però, mi piace…” si avvia verso la sua camera. Poi
“Sai, mi piacerebbe vivere sempre nella Notte di Natale…che dici… potrò diventa io Babbo Natale, un giorno?”
Ecco. Risolto il problema della scelta scolastica del prossimo anno…