A distanza di quasi cinquant’anni dalla sua morte, Julius Evola continua a essere letto, studiato e approfondito. Lo dimostra il fatto che la sua figura, la sua opera e la sua vita continuano ad essere scandagliate e riproposte in una serie infinita di pubblicazioni.
Non stupisce, pertanto, che il massimo studioso evoliano, Gianfranco De Turris, abbia sentito la necessità di raccogliere un secondo volume di racconti dedicati al pensatore romano. Dopo che la casa editrice Mursia aveva, nel 2018, dato alle stampe “Il Barone Immaginario”, una raccolta di diciotto racconti dovuti alla penna di autori più noti, da Mario Bernardi Guardi a Marco Cimmino, da Maurizio De Angelis a Mario Farneti, allo stesso nostro direttore Augusto Grandi, la casa editrice Idrovolante Edizioni, sotto la cura editoriale di Roberto Alfatti Appetiti, ha dato alle stampe una seconda raccolta di brevi narrazioni dal titolo “Il ritorno del Barone Immaginario” (pp. 285, 19,00€).

Diciassette racconti dovuti ad altrettanti autori, forse meno noti di coloro che avevano collaborato al primo volume, ma di certo non meno bravi. Lo dimostra la loro capacità di costruire trame di pura fantasia intorno ad episodi reali della vita di Evola. Episodi poco noti ma significativi che vengono riportati a margine di ciascun racconto per supportare la verosimiglianza di quanto viene narrato.
Sarebbe impossibile in questa sede dire qualcosa di significativo su ciascun racconto. Basti segnalare alcuni autori che, secondo il nostro modesto parere, spiccano per abilità narrativa e stile personale. Su tutti Alex Voglino con “La cripta rossa”, Andrea Gualchierotti con “Il sentiero di Mnemosine”, Bruno Pezone con “L’ambasciatore del Caos” e Claudio Foti con “La finestra a occidente”. E non ce ne vogliano gli altri se, nella nostra presunzione, non li abbiamo citati.

Va detto però che dal volume, pur nella diversità di espressioni e di argomenti, emerge un sentore di unità, come se lo spirito del barone romano avesse aleggiato su scrittori diversi e distanti tra loro per ricondurli a un unico modo di vedere e presentare le vicende della sua vita. I racconti, come ci si poteva attendere, non sono in contraddizione tra di loro, i punti di vista non stridono, non cozzano gli uni contro gli altri. Anzi: sembra addirittura che una sorprendente univocità pervada ogni episodio. Cosa molto singolare per una raccolta che mette insieme narratori diversi per età, esperienze, nonché dimestichezza con l’esercizio della scrittura. L’impressione che ricava il lettore è quello di un Julius Evola descritto nella sua realtà umana e intellettuale, ben caratterizzato, riconoscibile, anche se raccontato a più mani.
A chi non ha mai avuto l’occasione di addentrarsi nelle opere dell’autore di “Rivolta contro il mondo moderno” non basterà certo la lettura di questo volume per farsi un’idea di chi fosse Evola e di che cosa abbia rappresentato nel panorama intellettuale, storico e politico italiano. Ma potrà essere un primo passo per avvicinarsi a un autore che ha contato, e continua a contare, molto nell’ambito del recupero e della valorizzazione del Pensiero Tradizionale.